Non c’è scampo: chi fa un utilizzo incondizionato dei selfie è una persona da tenere sotto osservazione, magari anche da mantenere alla larga. Non sto esagerando ma è quello che denunciano alcuni ricercatori dell’Ohio State University in merito al fenomeno hi-tech che ha segnato tutto il 2014 e che non accenna a scomparire neanche all’inizio del 2015.
Gli studiosi guidati dall’esperto Jesse Fox ritengono che nel fare troppi scatti con primi protagonisti noi stessi, e magari anche con amici e parenti, ad andar bene, potremmo essere etichettati come narcisisti. Ma la quantità considerevole di foto di questo tipo ci potrebbe portare verso un altro limite, questo si più preoccupante, quello della psicopatia.
Da dove nascono queste certezze? 800 intervistati di età compresa tra i 18 e i 40 anni sono stati interrogati sulle loro abitudini. Molti dei soggetti interessati hanno mostrato dei comportamenti impulsivi: è questo l’aspetto più cruciale su cui ci si focalizza la ricerca. La maggioranza procede con la pubblicazione spasmodica di selfie sui social network, soprattutto con l’utilizzo di filtri aggiuntivi, senza limiti orari e spaziali: secondo gli studiosi questi elementi sono autoreferenziali e a tratti anti-sociali.
Parlare oggi dei “selfiemaniaci” in Italia sembra essere più che calzante. Ieri, durante la partita della Roma contro la Lazio, lo scatto di Totti rivolto in curva Sud a seguito di un suo gol, il primo in assoluto in Italia, ha fatto chiacchierare moltissimo. I ricercatori dell’Ohio, allora etichetterebbero anche il noto calciatore nostrano come narcisista e addirittura psicopatico? Quello no magari, ma siamo tutti sotto esame.
Ponderate con cura l’utilizzo e la condivisione dei selfie, questo è il consiglio che sembra scaturire dalla ricerca. Come afferma Jesse Fox, se siamo preoccupai della nostra presenza fisica così come arriva online, dovremmo pure sincerarci di quale aspetto della nostra personalità possa venir fuori, magari condividendo un’immagine di troppo.