Buon anniversario per i Simpson. La popolare serie a cartoni animati compie venticinque anni. Il primo episodio dei Simpson è stato trasmesso il 17 dicembre 1989. Era crollato da pochi giorni il Muro di Berlino, i primi telefonini sembravano mattoni, non esisteva Facebook, usavamo la lira e non l’euro, le Torri Gemelle svettavano sulla skyline di New York. I Simpson c’erano già e continuano ad esserci in un mondo profondamente cambiato a livello tecnologico, geopolitico, delle relazioni economiche e sociali.
I Simpson sono uno specchio fedele della nostra vita e della nostra società. Ci fanno ridere e piangere, riflettere. E chissà perché descrivendo così bene i nostri difetti continuano a piacerci così tanto ?
Fin dal primo episodio “Un Natale da cani” fu chiaro a tutti che non si trattava di un semplice cartone animato, così come i Peanuts non erano dei semplici fumetti. La famiglia Simpson è lo specchio della nostra epoca. Tutti e ciascuno possono riconoscersi nel carattere e nel comportamento dei suoi membri a cominciare da Homer Simpson irascibile, cinico ed egoista ma al tempo stesso capace d’indignazione verso le ingiustizie più clamorose. Marge Simpson è l’emblema di una mutazione femminile dal non posso al vorrei ma che non riesce del tutto a sprigionare le sue potenzialità in un’autoreferenziale iperprotettività. I tre figli Bart, Lisa, Maggie sono i figli di tutti noi: un ragazzino scapestrato, la secondogenita secchiona e sognatrice, l’eterna neonata con il suo ciuccio in bocca che ricorda tanto la coperta di Linus. I Simpson hanno accompagnato la crescita di una generazione. L’esclamazione di Homer “D’oh” è entrata nell’uso comune come il consumo di ciambelle e della sua birra preferita.
Mia figlia guardava i Simpson prima di fare i compiti e forse Lisa un poco continua ad ispirarla. Mio figlio amava che gli inventassi delle storie originali con Bart come protagonista principale e disastri a raffica. E nella serie TV ho trovato tanti spunti di riflessione profetici: i pericoli di un nucleare non controllato, la disgregazione delle relazioni sociali, l’aumento dell’alcolismo, la stoltezza del potere, la speculazione ambientale per avida ricerca di profitto. Forse è proprio questa rappresentazione dei pregi e dei difetti dell’umanità a conquistarci ancora dopo venticinque anni, proprio come avveniva con la tragedia greca il cui compito pedagogico era quello di metter in scena il bene ed il male in una sorta di catarsi personale e collettiva