A leggere la trama di questo romanzo certo è che c’è poco da stare tranquilli. Ma le tematiche non sono nuove: ormai se ne discute da anni e ciò che racconterà Il cerchio, tratto dall’omonimo romanzo di Dave Eggers, in fondo ci ha già toccato in qualche modo (e in certi casi anche in maniera grave); in vari episodi, in vari angoli del nostro pianeta. Dunque il progetto prende piede da un’iniziativa di Tom Hanks che sarà produttore e molto probabilmente anche protagonista. Ma di cosa stiamo scrivendo? Il cerchio è un romanzo che narra di Mae Holland, il protagonista, un uomo contentissimo di entrare a far parte del gruppo di dipendenti di una società leader mondiale nella gestione delle informazioni web ed altro a questo affine. Gli scenari di lavoro sono da favola (…e ricordano certi ambienti realmente esistenti): open space avveniristici, sale ristoro, totale libertà di gestione, palestre, etc. tutto sembra idilliaco, ma le cose cominciano a prendere una nuova piega quando si comincia a riflettere su quanto a prima vista sembra totalmente innocuo: quali sono le effettive insidie nascoste nella totale condivisione di qualsiasi informazione in rete, a livello globale?
È davvero una cosa innocua o il tutto può realmente portare ad una sorta di controllo globale e invisibile, di persone e coscienze? Una sorta di totalitarismo celato ed apparentemente poco pericoloso o pacifico. È una tematica che, sotto diverse spoglie ma simili concetti, troviamo in molti altri contesti cinematografici e letterari: forse l’esempio più eclatante è sempre il celeberrimo 1984 di Orwell (con le dovute differenze) dove abbiamo un grande fratello che controlla tutto e tutti, ma non è osservato da nessuno. Insomma il punto è che, soprattutto con il grande successo dei social network, ci si è accorti di quanto sottile e fondamentalmente labile sia il confine che separa pubblico e privato.
Ma permettetemi una breve e sintetica considerazione: il più grande successo di queste dinamiche, consiste nel fatto che le stesse giocano in maniera sublime e subliminale sulle nostre deboli psicologie. Il fatto che milioni di individui diano e condividano informazioni apparentemente banali su se stessi, è dovuto essenzialmente (ma non unicamente) ad un bisogno crescente ed incessante di visibilità. Una visibilità cercata più che altro per avere consenso. Un consenso che serve a darci una parvenza di sicurezza: ne abbiamo bisogno per le nostre paure, che derivano dalle nostre insicurezze, che aumentano sempre più. A scuola mi chiamavano Freud. E non per la cocaina. Facevo ancora le elementari. E il cerchio si chiude. Già…il cerchio. La sceneggiatura di questo film è affidata a James Ponsoldt. I lavori dovrebbero cominciare presto: stando a indiscrezioni il film dovrebbe arrivare in sala nel 2015. Addirittura, si dice, in tempo per farlo concorrere agli Oscar del 2016. Ma è solo un’informazione come altre…