Corrado Passera arriva in Optima Italia preceduto dall’entusiasmo e le grandi aspettative che si stanno coagulando intorno a Italia Unica, il movimento politico di ispirazione liberale che ha fondato nel febbraio di quest’anno. Un curriculum, quello di Passera, di altissimo profilo. Prima le numerose esperienze come manager in aziende pubbliche, private e banche, Olivetti, Poste Italiane, Intesa San Paolo. Poi, negli ultimi anni, l’impegno politico: nato con la “chiamata”, come la definisce, del premier Mario Monti, al ministero dello sviluppo economico, e rilanciata con la nascita di Italia Unica. A testimoniare che la politica è ormai la sua priorità.
La sua può sembrare quasi una vita scissa in due, ma non è così: “La passione politica viene da lontano – afferma Passera – addirittura dagli anni della scuola. Poi si è espressa nel lavoro, perché io ho sempre creduto che chi ha responsabilità in grosse imprese debba occuparsi anche della comunità di cui è parte. Poi c’è stata la chiamata al governo, a cui non si poteva che rispondere di sì, perché non puoi dire di no quando il tuo paese è in difficoltà”.
Il libro che Passera ha recentemente pubblicato, Io siamo, è una sorta di manifesto programmatico di Italia unica, che contiene gli elementi centrali del programma del movimento, dall’emergenza economia al ruolo dell’Italia sullo scacchiere europeo. “Il grande progetto di rilancio del paese – sostiene l’ex ministro – è legato a tre grandi aree di attività: fortissima spinta all’economia con 500 miliardi, e si può rispettando tutti i vincoli che abbiamo; riforme vere, non come quelle che l’ultimo governo sta facendo, per intervenire sulla scuola, il terzo settore, la giustizia, la burocrazia; e poi bisogna semplificare il paese dal punto di vista istituzionale”.
E il Mezzogiorno che ruolo riveste? “È chiaro che il Sud ha i suoi problemi particolari: per questo diciamo basta sprecare i fondi strutturali in mille rivoli, risolviamo il problema dei collegamenti del Sud. Ci vogliono ferrovie e porti adeguati, altrimenti è inutile parlare del Sud come del centro del Mediterraneo, perché non lo è se non ha gli strumenti”.
Un aspetto su cui Italia unica insiste molto sono i valori: una vera e propria “agenda morale”, che emerge dalla carta d’identità del movimento e lo collega idealmente alla tradizione della borghesia lombarda di un tempo, ispirata a un cattolicesimo attivo e solidale. “Noi dobbiamo essere un paese che sta più insieme: migliore welfare, migliore istruzione, minori diseguaglianze, molto più terzo settore. La nostra è una combinazioni di princìpi liberali, che mirano a rafforzare la competitività, e princìpi popolari”.
L’incontro si chiude con l’sms dei sogni, anzi due, che Passera invia al premier Renzi e al nuovo presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker: “Smettete di occuparvi di cose non importanti, guardate alle famiglie e alle imprese. Rimettiamo in moto lo sviluppo, si può”.
Ritengo che il Paese abbia bisogno di un modello di sviluppo che debba fare da supporto anche ad una nuova politica industriale che purtroppo latita io non so come possa avvenire questo sviluppo con le banche che non prestano piu’ soldi a nessuno favorendo esponenzialmente l’usura la situazione e’ ancora piu’ drammatica da noi al Sud dove non abbiamo piu’ un istituzione bancaria autoctona vedi Banco di Napoli ad esempio che e’ stato svenduto a gruppi del nord che hanno trasferito altrove centri decisionali ed impieghi e poi non sono conoscitori del territorio noi cittadini ed imprenditori siamo diventati per le banche dei semplici numeri da valutare positivamente o negativamente e poi LEI Dr. Passera trova giusto che un imprenditore e cittadino del mezzogiorno d’Italia deve pagare alle banche i soldi tre punti percentuali in piu’ rispetto a cittadini ed imprenditori che vivono al Nord,io francamente non riesco a capire chi deve finanziare questa ripresa economica se pure hai un’idea vai in banca ma questa non te la finanzia