E’ tempo di presepe. E’ tempo di riaprire lo scatolone e verificare tutti i pezzi del presepe. Pastori e capanne, cieli stellati e ghiaietta, torrentelli e montagne, la capanna ed il bambino Gesù. Nulla può mancare all’appello del presepe. E se qualche pezzo è acciaccato si fa ancora in tempo con la colla e la pazienza a rimetterlo in sesto. Magari si può anche comprare qualche altro elemento per arricchire ancora di più il nostro presepe. Il presepe dona gioia ed allegria, trasforma anche i luoghi più squallidi in ambiente più caldi ed accoglienti.
Purtroppo la gioia del presepe sarà negata a tanti bambini. Numerosi presidi e tantissimi insegnanti si sono convinti che allestire il presepe e celebrare il Natale possa offendere la sensibilità culturale e religiosa di bambini e famiglie non cristiani specialmente tra gli immigrati. In base a questo strampalato assioma ideologico, privo di ogni attendibilità pedagogica, il presepe è stato letteralmente proibito in centinaia di edifici scolastici, specialmente nelle regioni d’Italia a più alto tasso d’immigrazione.
Che tristezza! Si toglie invece di aggiungere. Amo l’umanità e sono profondamente convinto che la libertà religiosa sia un diritto civile prima che spirituale. Mai mi sognerei di utilizzare il presepe per discriminare. Al contrario il presepe può e deve esser un prezioso strumento d’integrazione sociale e culturale per consentire ai nuovi arrivati di comprendere ancora meglio le tradizioni- anche religiose – delle terre e dei popoli accoglienti.
Quando visito un paese mussulmano o induista cerco sempre di comprendere meglio le pratiche religiose frequentando – nei limiti del consentito e con profondo rispetto – le moschee ed i templi. Non riesco proprio a capire perché il presepe possa diventare offensivo e discriminatorio.
Non mi piace che la scuola proibisca il presepe. Vorrei un presepe in ogni aula così come vorrei che ai bambini venisse spiegato il Ramadan. Imparando a conoscere le reciproche religioni fin da bambini potremmo eliminare tanti pregiudizi e costruire un mondo migliore nel quale la religione non diventi pretesto per guerre e conflitti.
Facciamolo allora il presepe a scuola, ma anche nei luoghi di lavoro e di vita, nelle case. E fermiamoci a meditare sul grande mistero dell’amore divino che ci aiuta a cambiare ogni giorno la nostra vita. E forse, proprio questo, che fa paura del presepe ché ci mette a nudo con le nostre mediocrità ed egoismi.
@CURIOSO naturalmente le mie parole sono sempre in libertà !!! I casi sono tanti le cito uno degli ulti http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/natale_presepe_scuola_torino/notizie/1058800.shtml
Concordo con Beppe .Che siano centinaia le scuole dove non si fa il presepe ho i miei dubbi,perchè col clima che vediamo in giro sarebbe scritto su giornali e media.A me risulta solo a Bergamo,almeno da ciò che sta scritto ovunque.Comunque si fa un cancan per il presepe negato,esagerati!!!
Le religioni dividono gli uomini. Non li uniscono per alcun motivo!
Basta con questa disgustosa ipocrisia dell’integrazione!
Dove possono integrarsi, ad esempio due grandi Religioni, dove in una Gesù è poco più di un “bravo uomo”, mentre in un’ altra lo stesso è addirittura il figlio di Dio in persona? Per non parlare d’altro …
Ma svegliatevi dai !!!!
Come al solito, nessun riferimento concreto, ma parole in libertà. Potresti citare almeno una scuola cui fai riferimento nel tuo commento?