Uno degli argomenti più discussi nel mondo degli smartphone, da almeno un paio di settimane a questa parte, è rappresentato senza ombra di dubbio dalla scelta di Google nell’applicare al Nexus 6 un prezzo nettamente più elevato rispetto a quello dei suoi predecessori, con buona pace di chi era alla ricerca della grande opportunità.
Ancora oggi in tanti si chiedono quali siano le reali motivazioni che hanno generato un rincaro pari a quasi 200 euro, rispetto al prezzo di listino che abbiamo decisamente apprezzato un anno fa, quando LG e Google ci hanno mostrato il Nexus 5 a circa 399 euro. Non è un caso che, ancora oggi, la domanda da parte del gruppo per questo modello sia ancora piuttosto alta, mentre il prezzo sta scendendo ormai sotto il limite dei 300 euro.
Un chiarimento è giunto direttamente da Hiroshi Lockheimer, vice presidente di Android, che di recente ha finalmente rilasciato un’intervista dove emergono dettagli importanti sotto questo punto di vista: il prezzo del Nexus 6 sarebbe frutto di una precisa strategia concepita da Google per aggredire il mercato americano.
Come? L’aumento del costo per gli utenti, nel caso in cui si acquisti un Nexus 6 senza vincoli contrattuali, è bilanciato dal fatto che in abbonamento risulterà particolarmente scegliere il dispositivo rispetto a competitor come l’iPhone 6 Plus o il Samsung Galaxy Note 4. Se per questi ultimi siamo ad un canone fisso pari a 200 euro, quello del Nexus 6 è inferiore di 100 euro. Strategia discutibile, in quanto in Europa questa formula di acquisto non è particolarmente diffusa e, almeno per ora, non si vedono vantaggi o opportunità di natura economica che anche qui da noi possano bilanciare l’aumento previsto.