Nel corso degli ultimi anni ho avuto la possibilità di utilizzare diversi smartphone dotati del sistema operativo Android e ognuno di essi mi ha regalato un’esperienza di utilizzo diversa per quanto concerne la delicata questione della durata della batteria. L’ultimo passato tra le mie mani, in ordine di tempo, è stato l’LG G3 e complice un viaggio effettuato in Messico ho avuto modo di trarre ulteriori considerazioni a proposito della sua autonomia.
Al dì là di quello che si dice in Rete, visto che nei vari social network non tutti gli utenti in possesso di un LG G3 hanno espresso piena soddisfazione sul tema della durata della batteria, continuo ad essere piuttosto soddisfatto sotto questo punto di vista. Se normalmente il phablet mi dura un giorno e mezzo (utilizzandolo in modo “equilibrato”, ovvero senza strapazzarlo eccessivamente), in Messico sono stato costretto a disabilitare la connessione 3G ed il roaming, a differenza di quanto avvenuto negli Stati Uniti, a causa di costi esorbitanti previsti dal mio operatore.
Per la cronaca, chi si reca nel Paese sarà costretto a sborsare qualcosa come 27 euro ad ogni Mega utilizzato durante la connessione. Tanto è bastato per isolarmi dal mondo del web per qualche giorno e per scoprire che in questo il livello della batteria del modello è calata di circa 10 punti percentuali nel corso di una giornata, pur consultando alcune applicazioni presenti in memoria.
Insomma, coloro che non hanno la necessità di essere costantemente connessi alla Rete, disabilitando il 3G ed il WiFi, possono tranquillamente optare per un LG G3 qualora la faccenda dell’autonomia risulti determinate nella scelta di uno smartphone rispetto all’altro. Nei prossimi giorni vi svelerò altre considerazioni che ho maturato all’estero sul device coreano.
Utile una padella con risoluzione da cinema per fare qualche telefonata e mandare SMS! Sono sicuro che in quelle condizioni un Nokia 3210 durerebbe due settimane.