Sembrerebbe nascere sotto i migliori auspici questo American Sniper: ispirato al libro autobiografico di Chris Kyle American Sniper: The Autobiography of the Most Lethal Sniper in U.S. Military History, la pellicola (inizialmente in procinto di essere affidata a Spielberg), sarà diretta da Clint Eastwood.
Voglio fidarmi di clint Eastwood. E voglio fidarmi del fatto che questo film è tratto da una storia vera, e che questa storia vera parla di un uomo vero, infallibile nella sua professione, ma che torna a casa distrutto nella psicologia e comincia ad aver paura di ciò che è stata la verità. Perché quando si parla di guerra, credo non si possa fare a meno di parlare di orrore e assurdità. Chris Kyle, è stato in un certo senso osannato dalla retorica del fronte; aveva un lavoro altamente specializzato che faceva durante la guerra: lo sniper appunto, il cecchino. In guerra si uccide o si è uccisi, inutile star qui a girare intorno alle logiche; in guerra le logiche sono ridotte all’osso.
Il rischio però che ne esca fuori il ritratto di un soldato superman e infallibile, credo, e spero, sia minimo. Perché mi fido del regista, che sa scavare negli animi dei protagonisti ed esporre tutta l’umanità che trova, con debolezze annesse. Clint Eastwood è poco avulso (nei limiti del possibile) a certe distorsioni propagandistiche; quelle che quando c’è da parlare di un Paese in guerra è inevitabile che ci siano, in misura maggiore o minore.
Il protagonista (eroe?) del film e della realtà è Chris Kyle ex membro dei Navy SEAL impersonato da Bradley Cooper, pompato nel proprio fisico con 18 kg di muscoli in più. La sua micidiale mira e determinazione gli hanno donato l’amaro record (!), in quattro missioni alle quali ha partecipato in Iraq, di 150 bersagli centrati (secondo altre fonti addirittura 255). Apparentemente risoluto e senza tentennamenti di sorta, non appena tornato a casa il soldato però lascia spazio all’uomo. E con l’uomo sopraggiungono i demoni dei sensi di colpa, gli orrori dei ricordi, gli incubi della depressione. È questo che probabilmente racconterà maggiormente il regista, perché è questa la vera storia da narrare.
Clint Eastwood saprà porre l’accento sui punti giusti? Lì dove lo spazio di una riflessione, una lettura sottovalutata o una visuale un po’ diversa riescono ad alimentare il libero pensiero. Magari in virtù di un’ampia veduta delle cose si riesce a volte a capovolgere il proprio animo e, metaforicamente, il proprio corpo. Qualche volta può servire davvero mettersi a testa in giù; se non altro affluisce più sangue al cervello. Potrebbe servire a ragionare meglio.
La sceneggiatura di American sniper è di Jason Hall. La Warner Bros Curerà la distribuzione nelle sale americane a partire dal 25 dicembre, mentre per l’Italia non si sa ancora nulla a riguardo. Sotto le prime immagini trapelate
Mitico