Il Samsung Galaxy Note 4 è ormai realtà da diversi giorni, presentato come da copione all’Unpacked 3, a margine dell’IFA di Berlino. Nell’attesa che il dispositivo venga messo in commercio (si vocifera ad un prezzo di 799 euro), cerchiamo di capire insieme in cosa differisce effettivamente dal Galaxy Note 3, suo diretto predecessore.
Partiamo innanzitutto dal design, se vogliamo pressoché simile, ma migliorato tramite l’introduzione di inserti in metallo, volti ad irrobustire il telefono ed a conferirgli un aspetto di maggiore impatto. Non ci sono paragoni sul fronte display, dal momento che il phablet di quarta generazione include uno schermo da 5.7 pollici con risoluzione da 2560×1440 pixel, e dunque QHD.
A differenza del Note 3 (Snapdragon 800), il Samsung Galaxy Note 4 è spinto dal ben più performante processore Snapdragon 805 da 2.7 GHz, il migliore che attualmente il mercato è in grado di offrire, e vanta una fotocamera da 16 MP (la stessa utilizza in S5), arricchita dallo stabilizzatore ottico d’immagine (non c’è storia rispetto a quella da 13 MP del predecessore). Decisamente un passo avanti anche il sensore frontale dell’ultimo arrivato, che conta la bellezza di 3.7 MP con apertura f1.9.
Non c’è partita nemmeno riguardo la SPen, che ha visto raddoppiata la propria sensibilità, capace adesso di riconoscere fino a 2048 livelli di input diversi, anche in angolazione. Molto bene anche la connettività, in grado di supportare la rete LTE-A Cat.6, e la batteria, che pur di 3220 mAh (di pochissimo ingrandita rispetto ai 3200 mAh del Note 3) è capace di ricaricarsi molto più velocemente (da 0 a 50 % raggiungibile in soli 30 minuti).
Il Samsung Galaxy Note 4 può anche vantare un sensore di impronte digitali per lo sblocco del device e l’interazione con applicazioni terze, uno adibito alla misurazione delle radiazioni UV ed un frequenzimetro cardiaco. Assente, invece, in entrambi i casi la certificazione IP67 per la resistenza ad acqua e polvere. Dici che può bastare a giustificare il prezzo vociferato di 799 euro?