Dopo gli applausi riscossi da Anime Nere e Hungry Hearts, a Venezia 71 è oggi il turno della terza produzione italiana. Sul grande schermo, Il giovane favoloso, ovvero la vita, le avventure, gli amori, le sofferenze, il genio e la poesia di Giacomo Leopardi, interpretato da Elio Germano, sotto la direzione di Mario Martone.
Una sfida che il regista ha voluto raccogliere, ossia quella di imprimere su pellicola la tormentata storia dell’icona pessimista della poesia italiana. Una figura che tutti hanno studiato a scuola, ma che è difficile cogliere, approfondire e capire, andando al di là delle superficiali nozioni generali che può fornire qualche insegnante. E, soprattutto, attenzione: quello che il pubblico di Venezia 71 vedrà oggi, e che sarà in tutte le sale tra qualche settimana, non è un film storico. Come ha sottolineato lo stesso Martone, a differenza del precedente Noi credevamo, Il giovane favoloso vuole essere in primo luogo la storia di un’anima, dove non serve conoscere i fatti italiani del primo Ottocento per capire cosa succede. È soprattutto il racconto di una vita, di un uomo, di sentimenti, che prescindono dal tempo storico.
Partendo dal Leopardi bambino prodigio, la pellicola di Martone ruota attorno alla crescita del poeta, perseguitata dallo sguardo implacabile del padre e chiusa all’interno della casa-biblioteca. La mente di Giacomo riesce a spaziare, grazie alla grande quantità di libri e di spunti creativi, ma il corpo si sente prigioniero di quelle quattro mura che lo dividono dal mondo esterno. Da quando riuscirà, all’età di 24 anni, a lasciare la casa di Recanati, quella del poeta sarà un’esistenza scissa tra la continua ricerca di un adattamento alla società e il rifiuto del conformismo dell’epoca.
Girato tra Recanati, Napoli, Firenze e Roma, con un budget di 8 milioni di euro, il film ha offerto un ruolo complesso al giovane attore romano Elio Germano, che ha avuto onere e onore di impersonare l’epico tormento del poeta pessimista per eccellenza, e che, dalle prime immagini diffuse su youtube, sembra esserci riuscito.
Una figura in parte riletta da Martone, che decide di approfondirne il carattere, è quella del padre di Giacomo, Monaldo Leopardi. Interpretato da Massimo Popolizio, cerca di evadere la solita lettura di padre-padrone reazionario e papalino, per mettere più in risalto quella dell’uomo che possedeva una biblioteca così fornita da fare invidia alle grandi corti europee, e che decise di aprirla a tutti i cittadini. Peccato che nessuno di loro si presentò.
Nel cast del film anche: Michele Riondino, Anna Mouglalis e Valerio Binasco.
Qui sotto una clip tratta dal film: