Vincenzo Nibali ha vinto in modo trionfale il Tour de France. Il ciclista italiano ha dominato la Grande Boucle – come la chiamano affettuosamente i transalpini – dalla prima all’ultima tappa.
Quello di Nibali è stato un primato mai in discussione. In pianura ed in montagna, sotto il sole o la pioggia battente mai nessuno è stato in grado di contrastarne la supremazia fisica, tattica e mentale.
Con il successo al Tour de France, Nibali entra nel ristretto novero dei grandi campioni Merckx, Hinault, Anquetil, Gimondi, Contador capaci d’imporsi in tutte le grandi corse a tappe: Giro d’Italia, Vuelta di Spagna, Tour de France.
Nibali nella leggenda, ma io proprio non riesco ad entusiasmarmi. Il ciclismo me ne ha fatte vedere troppe negli ultimi lustri. Ed ogni impresa, compresa quella di Nibali, insinua nella mia mente e nel mio cuore il seme mostruoso del dubbio.
E’ vera gloria quella di Nibali e del ciclismo 2014 ? O tra qualche tempo saremo costretti a ricrederci come abbiamo dovuto amaramente fare per Lance Armstrong e tanti altri ?
Non ho ragione di dubitare in nessun modo di Nibali, ma la cancrena del sospetto è lancinante. La piaga del doping mi ha fatto perdere il piacere di seguire uno sport che da ragazzo amavo tantissimo.
Seguivo le tappe alla radio scandite dall’enfasi epica di corridori che scalavano le montagne più aspre. Il ciclismo è un meraviglioso romanzo popolare. Alfonso Gatto – poeta e giornalista sublime – ha raccontato l’Italia del Secondo Dopoguerra proprio al seguito del Giro d’Italia. La leggenda vuole che la vittoria di Gino Bartali al Tour abbia sventato una guerra civile dopo l’attentato a Palmiro Togliatti.
Il ciclismo arriva negli angoli più sperduti. Scolpiva l’identità e rafforzava l’orgoglio municipale. Oggi non è più così e me ne dispiace molto per Nibali al quale questa vittoria sarà costata tantissimi sacrifici. Non riesco ,oggi, ad esser felice mentre applaudiamo il suo trionfo a Parigi.
Mi dispiace per Nibali, ma le delusioni sono state fortissime nel veder crollare – dopo le analisi di laboratorio – tanti miti. Ed il mio è un sentimento molto condiviso. Che ne sarà di questo sport meraviglioso devastato dall’avidità di tanti che finisce per danneggiare tutti – anche i più onesti – come confido possa esser Nibali.