Il “delirio al Maracanã” alla fine c’è stato: la Germania ha portato a casa la Coppa del Mondo, anche se il verso della canzone Emis Killa voleva essere l’auspicio di una festa diversa, tinta d’azzurro come nel 2006 a Berlino. Il rapper di Vimercate sperava che la sua hit diventasse “l’inno dell’Italia e invece è andata male“. La delusione della Nazionale Azzurra è anche la sua: poco male, visto che il brano ha cominciato a vivere di vita propria diventando una hit da primo posto in classifica e quasi 1o milioni di visualizzazioni online. Ma certo la brutta figura degli Azzurri in questa Coppa del Mondo che si è appena conclusa ha lasciato molte amarezze.
Commentatore speciale su Sky Sport e autore con Maracanã della colonna sonora dei programi dedicati ai Mondiali 2014, in una recente intervista al Corriere dello Sport Emis Killa ha manifestato tutto il dispacere di aver visto l’Italia sbattuta fuori già al girone eliminatorio, proprio mentre la sua Maracanã conquistava il pubblico e scalava la vetta dei Top Digital Download della classifica Fimi. Girato in una favela brasiliana, il video è proprio un omaggio allo sport più bello del mondo in una terra in cui troppo spesso il calcio è l’unica forma di riscatto sociale.
La prima strofa è intelligente, racconto il sogno di un bambino della favela che vuole fare il calciatore. La seconda è ignorante e vabbé… Volevo che l’atmosfera brasiliana che c’è nella canzone fosse anche visibile e nel video non c’è finzione. Non si può entrare in tutte le favelas. Quella dove abbiamo girato era una bonificata, ma lo stesso siamo stati accompagnati da gente del posto. Non ci si rende davvero conto di quello che sono questi luoghi se non vivendoli.
Nonostante il calo d’attenzione nei confronti del torneo dopo la sconfitta italiana, Maracanã si è confermato il tormentone di quest’estate. Ma dal punto di vista del tifoso, oltre che del rapper, resta lo stupore per un Mondiale che ha riservato dei colpi di scena poco graditi.
Sono uscite subito le squadre più grosse e hanno sorpreso le “squadrette”. Fuori l’Italia ho sperato che andasse avanti il Ghana, mi sarebbe piaciuto che vincesse una squadra a sorpresa.
Nell’intervista al Corriere dello Sport Emis Killa, al secolo Emiliano Rudolf Giambelli, ha speso anche qualche parola per l’amico Mario Balotelli, scaricato dalla squadra e dal commissario tecnico dopo le prestazioni deludenti sul campo. La sua amicizia con l’attaccante del Milan non è una novità, tanto che SuperMario è salito sul palco dell’Alcatraz durante il suo concerto lo scorso aprile. Al calciatore è dedicato anche il brano MB45 (in onore al suo numero di maglia) dell’album Mercurio, di recente tornato ai piani alti della classifica delle vendite grazie al repack che contiene il singolo Maracanã ed altri contenuti esclusivi.
Emis Killa non ha apprezzato l’atteggiamento della squadra nei confronti di Mario Balotelli, ma è critico anche nei confronti della replica del campione che ha lanciato accuse di razzismo.
Non mi è piaciuto che Prandelli lo abbia colpevolizzato. E credo che si sia esagerato un po’ con le parole. quando c’è di mezzo lui ogni cosa che dice viene amplificata. Però Balo non avrebbe dovuto scrivere quello che ha scritto.
Stavolta non si è festeggiato come nel 2006 (anche questo era un auspicio contenuto nel testo di Maracanã). Cosa è mancato all’Italia? Emis Killa non ha dubbi.
L’Italia del 2006 aveva più brillantezza. Il Mondiale è una grande occasione per tutti… dovevano correre di più.