Nei giorni scorsi abbiamo già avuto modo di analizzare il problema “ripristino” per alcuni modelli Android, ma oggi andremo più nel dettaglio di questa storia, sia per estensione del problema, sia studiando i numeri proposti da Avast.
LO STUDIO – Emergono informazioni a mio parere clamorose e poco incoraggiante per gli utenti Android, relativamente ad uno studio condotto di recente da una fonte nota e affidabile del calibro di Avast. Il riferimento è ad una pratica sempre più comune, visto che l’analisi condotta ci consente di prestare maggiore attenzione alla vendita di un dispositivo caratterizzato proprio dall’OS di Google.
Prendendo in esame qualcosa come venti dispositivi acquistati su eBay (tra cui, a quanto pare, anche Samsung Galaxy S2 e Samsung Galaxy S2 Plus), sono state molteplici le informazioni che sono stati raccolti sui venditori, nonostante ognuno di essi avesse portato a termine il classico ripristino alle impostazioni di fabbrica.
I NUMERI – Quali sono i dati sensibili che sono maggiormente alla portata di acquirenti più esperti? Secondo Avast è stato possibile risalire a:
1500 foto di bambini, 750 foto di donne più o meno vestite, 250 selfie dei proprietari dei dispositivi, 1000 testi corrispondenti alle ricerche eseguite su Google, 750 mail e SMS, 250 contatti completi.
Un dato senza ombra di dubbio scoraggiante e che dovrà indurre milioni di utenti Android alle dovute osservazioni, considerando che quasi sempre un modello viene venduto a persone con cui in precedenza non vi erano stati contatti. Lecito, a questo punto, chiedersi quali possano essere le contromisure adatte per evitare ogni tipo di rischio sotto questo punto di vista.
LA SOLUZIONE – Ebbene, secondo Avast è sufficiente recarsi nell’area delle “impostazioni” del proprio device Android, quindi su “sicurezza”, attivando in questo ambito la voce denominata “controllo crittografia”. Qui, a mio parere, emerge un punto di forza dei dispositivi Apple rispetto a quelli caratterizzati dall’OS di Google, soprattutto nell’ottica degli utenti meno esperti, in virtù del fatto che il sistema operativo iOS prevede l’attivazione di default di questa specifica opzione, evitando in prima battuta qualsiasi tipo di rischio per l’utenza.