La Corte Europea dei Diritti Umani ha riconosciuto che il bando del governo francese sul burqa, il velo islamico che copre tutto il corpo, e sul niqab, che lascia scoperti solo gli occhi, non costituisce alcuna violazione sulla Convenzione Europea dei Diritti dell’uomo. Il verdetto è arrivato ieri al termine di un dibattito iniziato lo scorso novembre.
Una ragazza francese di 24 anni, il cui nome non è mai stato menzionato, aveva portato il caso alla corte in novembre perchè affermava che la legge francese restringeva la sua possibilità di vivere secondo la sua religione e cultura musulmana.
Il bando sul burqa e sul niqab in luoghi pubblici come piazze, negozi, strade, parchi, scuole, ospedali e mezzi di trasporto è entrato in vigore nell’aprile 2011, per volere dell’allora governo Sarkozy col supporto del Fronte Nazionale, dopo l’autorizzazione dalla Corte Costituzionale francese, che nel 2010 stabilì che la legge non preveniva la libera professione della religione in un luogo di culto, arrivando alla conclusione che non fosse in contrasto con la Costituzione. La legge ha causato un vero e proprio dibattito in Francia, il paese con la comunità islamica più numerosa dell’Europa Occidentale, tra i sostenitori della libertà religiosa, che affermano che il governo non ha nessun diritto di dire alla gente come praticare il loro credo o quali abiti indossare, e coloro che pensano che il velo sia restrittivo e contravvenga al tradizionale secolarismo francese. Il governo francese punisce coloro che indossano il velo con una multa di 150 euro o un servizio di comunità in alternativa. Tuttavia rischia fino a un anno di carcere e 30mila euro di multa chi è considerato responsabile di aver obbligato una donna a coprirsi il volto; multe e ammende che raddoppiano, nel caso di una minorenne.
La donna aveva presentato alla Corte alcuni articoli della Convenzione Europea dei Diritti dell’uomo, che citano il diritto di libertà di pensiero, coscienza e religione, il rispetto per la vita pubblica e privata, e la proibizione di ogni discriminazione, aggiungendo che nessuno l’ha mai obbligata a indossare il burqa e il niqab, e che non li indossa tutta la giornata.
Abbiamo chiesto le opinioni di Iolanda Bronzoni, studentessa Optima Erasmus a Lisbona.
Come interpreti questa sentenza della Corte Europea? Una violazione delle libertà individuali? o un’espressione del laicismo dell’Europa?
Innanzitutto occorre fare una precisione, e cioè dire che la Francia vieta il burqa per questioni inerenti la sicurezza pubblica, perchè è una violazione al diritto di avere interazioni sociali aperte, almeno questa è la motivazione del governo d’Oltralpe. La corte di Strasburgo ha dato ragione alla Francia sul fatto che vietare il burqa non discrimina in materia religiosa, ma non ha accettato la motivazione “ufficiale”, in quanto un divieto totale di niqab e burqa non può essere considerato “necessario in una società democratica”. Il governo, infatti, avrebbe potuto ottenere lo stesso risultato imponendo l’obbligo di mostrare il viso in caso di controlli d’identità. La Francia è stata quindi, almeno in parte, criticata dalla Corte, che ritiene che emanare questo tipo di divieti possa contribuire a rafforzare stereotipi e intolleranza contro alcuni gruppi sociali, quando invece l’Europa dovrebbe essere un luogo di apertura e confronto. Quello che temo maggiormente è che il verdetto venga frainteso e cavalcato dai soliti estremisti per ragioni ben diverse. Già mi immagino i leghisti scatenati al grido di: divieto di burqa anche da noi! Anzi, non devo nemmeno immaginarlo perchè è appena successo. Proprio ieri il deputato leghista e neo parlamentare europeo Gianluca Buonanno nel giorno dell’insediamento della nuova legislatura si è presentato nella sede di Strasburgo indossando un burqa e affermando che ”L’Europa rifiuta le radici cristiane ma io non voglio morire islamico”…
Personalmente sei favorevole o contraria al velo integrale nei luoghi pubblici?
Se volessi intromettermi potrei dire che il velo integrale è espressione della mancata libertà di autodeterminazione della donna islamica, ma tutto sommato credo che non ci siano molte differenze tra la mercificazione del corpo femminile del mondo occidentale e l’integralismo religioso islamico, che si manifesta quest’ultimo col divieto di mostrare corpo e viso. In entrambi i casi il corpo della donna è solo un oggetto, da esibire in un caso, da nascondere in un altro. Non voglio intromettermi in questioni religiose, non mi unirò a chi dice che il rispetto di culto in Europa deve finire solo perchè dall’altra parte, nei paesi arabi, questo non viene concesso, l’ Europa è laica e dovrà esserlo sempre, e deve garantire la libertà di credo per tutti. Il motivo per cui credo che il burqa debba essere vietato è un altro, e cioè, come afferma il governo francese, per ragioni di sicurezza pubblica. E per impedire il proliferare di queste situazioni, ritengo necessario un giusto e maggior coordinamento tra le tradizioni e la cultura dei migranti e le leggi dei paesi che li ospitano, specialmente ora, con il proliferare dell’immigrazione.