Un’occasione per parlare del tema di più forte attualità all’indomani di inchieste giudiziarie che sembrano riportare il Paese esattamente venti anni indietro. “Guarire dalla corruzione” è questo il titolo del convegno che ha portato il commissario governativo Raffaele Cantone a Napoli per discutere insieme ad un parterre d’eccezione di uno dei temi che pongono l’Italia in netto ritardo rispetto alle grandi potenze europee. Ospiti della chiesa del Gesù Nuovo a piazza del Gesù, il convegno ha goduto della presenza oltre che del magistrato, anche di quella del collega dell’antimafia napoletana Giovanni Conzo, del vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio e del rettore dell’Università degli Studi di Napoli, Federico II, Massimo Marrelli.
Il dibattito è stato coordinato dal giornalista di Sky Tg24, Paolo Chiariello. Dopo il saluto del padrone di casa, Padre Vittorio Liberti che ha ricordato le parole proprio sul tema della corruzione di Papa Francesco quando non aveva ancora calcato il soglio pontificio, il moderatore ha cominciato ad incalzare gli ospiti riguardo la situazione attuale. Le inchieste e gli arresti sull’Expo 2015 di Milano e sul Mose di Venezia, sono state al centro della discussione dalla quale si è alzato un coro unanime con diversi punti in comune tra tutti contributi dei relatori. Su tutti, le responsabilità della politica italiana chiamata a rispondere finalmente a quella che Berlinguer definiva la “questione morale” ma che a trenta anni dalla sua morte non ha trovato ancora nessuna risposta.
Per tutti la politica ha il dovere di agire ancora prima che arrivi l’intervento della magistratura. Una selezione a priori della classe dirigente interna ai propri ranghi ed ai singoli partiti sarebbe necessaria per evitare che arrivino poi a giochi fatti le manette ordinate dai magistrati. Un altro elemento fondamentale venuto fuori dalla discussione è la necessità di fornire alla magistratura e alle forze dell’ordine gli strumenti necessari per una reale lotta alla corruzione al di là della retorica da salotto. Infine i dati, impietosi, che pongono l’Italia indietro rispetto al resto d’Europa e che confermano quanto la corruzione incida sui problemi economici del nostro Paese.