Le voci sul sequel di Blade Runner si rincorrono più o meno dal 2011. Alcuni dati sembrano certi: si sa che la sceneggiatura di Hampton Fancher e Michael Green buttata giù con la super visione di Ridley Scott è stata osannata dai produttori, Andrew Kosove e Broderick Johnson, come uno dei migliori sequel degli ultimi anni.
Ridley Scott dovrebbe essere il regista, anche se non è ancora ufficiale. Il nuovo tassello che si è aggiunto a questo work in progress è l’offerta fatta ad Harrison Ford per tornare ad indossare i panni del leggendario Rick Deckard. L’attore sarebbe infatti stato contattato dalla Alcon Entertainment per riprendere il ruolo già avuto nel cult sci-fi del 1982.
Capita (ultimamente non troppo spesso, a dire il vero), di imbattersi in capolavori che all’occhio dello spettatore rasentano la perfezione, almeno da un punto di vista soggettivo. Nel campo della cinematografia, Blade Runner credo ne sia un esempio, se non altro nel suo genere di catalogazione. Ecco perché tremano un po’ le vene dei polsi quando si sente parlare di sequel; si ha quasi l’impressione di andare a toccare, modificare delle emozioni inviolabili, quasi sacre, che sono li da tempo e che ci piace ricordare, andare a cercare di tanto in tanto, alla pari di una bibita rinfrescante in un’arsura estiva da deserto cinematografico. Tuttavia c’è questo aspetto di non poco conto che mitiga le nostre ansie: l’eventuale ritorno di Harrison Ford. Ho detto mitiga, non cancella. Perché da una parte sarebbe come una sorta di guida turistica: ci accompagnerebbe lungo luoghi dell’immaginario che abbiamo esplorato, dove lui la faceva da padrone; d’altra parte se crollassero questi luoghi crollerebbe probabilmente anche lui. E viceversa.
La cosa poi che desta speranze o ansie supplementari, a seconda di come la si inquadri, è l’intreccio di flop precedenti a questo progetto: la Alcon è ancora stordita da Transcendence, Ridley Scott al momento è impegnato a leccarsi le ferite dopo l’esperimento non riuscitissimo di Prometheus come sorta di prequel di Alien, e le ultime uscite di Harrison Ford (vedi ad esempio Paranoia terzo flop del 2013, nella classifica stilata l’anno scorso dalla rivista Forbes) non sono andate benissimo al botteghino. Insomma, non dimentichiamo che si sta pensando al sequel di un capolavoro di Philip K. Dick, per la precisione il primo ad essere adattato da Hollywood.
Speriamo bene. Speriamo ci siano ancora belle cose da vedere al largo dei Bastioni di Orione. Altrimenti meglio lasciar chiuse le porte di Tannoizer.