Non si arrestano le polemiche ai vertici della politica dopo gli arresti eccellenti effettuati dalla Guardia di Finanza nell’inchiesta sugli appalti dell’Expo 2015. A finire in manette il direttore pianificazione e acquisti dell’Expo Angelo Paris e tre politici, Luigi Grillo, ex senatore di Forza Italia, Gianstefano Frigerio, ex segretario amministrativo della DC milanese e Primo Greganti, ex funzionario del PDS già vittima dell’inchiesta Mani Pulite.
Tra i reati contestati quelli di associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione. In particolare nell’occhio del ciclone sarebbero alcuni progetti urbanistici, come il progetto Vie d’acqua, e sanitari, come la Città della Salute, i cui appalti sarebbero stati pilotati. E ora crescono le preoccupazioni sulle sorti dell’Expo , che si svolgerà a Milano tra il 1 maggio e il 31 ottobre 2015 e avrà come tema l’alimentazione. Dopo il maltempo delle ultime settimane e i picchetti dei comitanti No Canal contro le Vie d’acqua, i ritardi dei lavori si erano accumulati, spingendo così all’istituzione del commissario straordinario Giuseppe Sala, a cui sono stati affidati poteri eccezionali per riuscire ad accellerare i ritmi: tempi più rapidi per le gare d’appalto, meno vincoli paesaggistici per le opere temporanee.
Con il rischio che tutta questa velocità, indispensabile per arrivare alla fine dei lavori nei tempi previsti, possa aver portato alle recenti infiltrazioni criminali.
Dalle intercettazioni ambientali emerge che l’associzione per delinquere ruotava intorno alla figura di Paris che, in qualita’ di direttore generale della divisione construction and dismantling e di responsabile dell’ufficio contratti di Expo 2015, si era messo a totale disposizione degli altri tre arrestati, i quali erano a loro volta in contatto con i referenti politici e con il mondo imprenditoriale interessato agli appalti in Lombardia. «Io vi do tutti gli appalti che volete, basta che mi offriate possibilità di carriera», avrebbe detto Paris.
Abbiamo chiesto i pareri di Marco Cavaliere, studente Optima Erasmus a Barcellona.
Anche in Spagna accadono questi fenomeni di corruzione ad alti livelli nel mondo imprenditoriale e politico, specialmente nel caso di grandi appalti? O pensi sia un fenomeno tipicamente italiano?
Ormai la globalizzazione ha avuto, a mio avviso, influenza anche nel modo di governare i paesi. Spesso mi trovo a parlare con amici di tutto il mondo, qui in Erasmus, e quando si affronta l’argomento “politica”, sotto molti punti di vista sembra si stia parlando dello stesso stato, dello stesso macro-fenomeno. “Same thing everywhere”, concludiamo sempre così le nostre conversazioni su questo argomento. Sicuramente ci riferiamo a due stati differenti, con due strutture e due percorsi governativi non del tutto simili, ma non dimentichiamo che recentemente persino Roberto Saviano, intervistato proprio da un’emittente spagnola per le riprese di un dossier sulla droga, argomento recentemente trattato nel suo ultimo libro “ZerozeroZero”, ha dichiarato che la Spagna, in particolare la Catalogna e la Galizia, sono attualmente il centro nevralgico dello smercio mondiale della droga, punto di arrivo e di partenza di quantità inimmaginabili.
Credo che questo aspetto dica molto, sull’attuale corruzione “latente” che invade silenziosamente anche la Spagna.
In precedenza l’Expo era stato organizzato in Spagna, a Saragozza nel 2008 e prima ancora a Siviglia nel 1992. In entrambi i casi l’evento ha contribuito al rilancio turistico e culturale delle due città. In Italia invece l’Expo 2015 prima ancora di partire è stato al centro di numerose polemiche urbanistiche e ambientali, e c’è chi pensa si tratti solo di uno spreco di fondi pubblici. Perché la politica dei grandi eventi non funziona in Italia?
Oltre a Saragozza e Siviglia posso citarvi un esempio per me ancora più vicino. Qui a Barcellona sono stato a visitare diverse volte il parco olimpico, tutte le strutture costruite in occasione delle Olimpiadi del 1992. Stiamo parlando di più di 20 anni fa, ma le strutture sono attualmente ancora attive, in perfetto stato. Proprio due settimane fa sono stato lì a vedere un evento di rugby, migliaia di persone coinvolte, autobus da mezza Europa. Una zona frequentatissima, i turisti fanno tappa fissa per foto e souvenir, il porto olimpico è una meraviglia, pieno di localini e barchette a vela.
In Italia, a due giorni dalla chiusura di un evento, le strutture diventano già spazzatura, chiuse o abbandonate. Ho la sensazione che non solo ogni grande iniziativa in Italia sia eccessivamente ostacolata fin dalle sue fasi iniziali, ma che la politica di immobilismo che pervade il nostro paese provochi anche una mancanza di lungimiranza che non si riesce a colmare. Non si può pensare di prendere nelle proprie mani l’onore e l’onere di un evento internazionale, senza pensare a cosa farne nei futuri 5, 10,20 anni.
Sono montagne di soldi che vanno in fumo, l’ennesima occasione di rialzarsi sprecata. Sarebbe banale cadere nel solito attacco alla politica, alla corruzione e agli appalti pilotati. Eppure, quel che mi sento di dire su questo argomento, è che sembra l’Italia non sia neanche in grado di “rubare a dovere”. La poca lungimiranza dei poteri forti, nel tentativo cieco di massimizzare i profitti illeciti, sembra non badare affatto all’enorme possibilità economica che potrebbe comportare un’eccellente svolgimento di un evento come l’Expo.
Parlavo con un anziano connazionale, sull’aereo da Roma a Barcellona, proprio qualche giorno fa. Siamo finiti a parlare proprio di Expo e di quel che avverrà in Italia a breve, del flop annunciato. Lui mi ha detto testualmente “ci sono così tanti soldi in palio, che potrebbero benissimo rubarsene parecchi e organizzare comunque un evento di successo. Ma il denaro è come una droga, non basta mai ad alcune persone.”
Non credo ci siano parole migliori per descrivere il fenomeno.
C’è chi imputa le responsabilità di quest’immobilismo di cui hai parlato all’eccessiva burocrazia della giustizia italiana, che soffoca ogni iniziativa sul nascere con nuove leggi e perquisizioni. Che ne pensi?
All’Italia piace trovare gli alibi, scaricare i barili nelle mani dei soliti bersagli. Non credo si possa parlare di “accanimento” o di “strapotere” nella necessità di condannare i responsabili all’organizzazione dell’Expo, nell’essere costretti a bloccare lavori e rivedere le procedure.
Condannare chi fa il proprio lavoro, probabilmente con l’amarezza del dover contribuire al fallimento di un evento del genere, ma non per decisione bensì per etica, per dovere morale, perché le leggi devono essere rispettate, credo sia la dimostrazione più alta di democrazia e di senso civico.
Io rispetto e continuerò sempre a rispettare la giustizia. Se non ci si fida di chi è stato chiamato a giudicare, pretendendo di diventare i giudicatori, si diventa una società destinata all’anarchia e all’autoregolamentazione. Fallimento totale, in altre parole.
Il commissario straordinario Sala, ha chiesto alcuni giorni per trovare un sostituto e assicura intanto che l’arresto di Paris non comporterà nessun rallentamento ulteriore nei tempi di realizzazione.