Collezioni museali monumentali e polverose, mostre interessanti ma sempre nelle stesse grandi città, spazi espositivi troppo costosi per gli artisti emergenti. Il mondo dell’arte continua ad avere molte rigidità che generano distanze con un pubblico che invece desidera investire il proprio tempo libero in cultura. Lo dice il Ministero per i beni e le attività culturali, nelle Minicifre della cultura del 2013 che descrivono un paese ancora e sempre più interessato all’arte. Per rendere più flessibile il settore ci voleva un’idea e ci ha pensato la scuola superiore di architettura dell’università di Navarra che ha presentato, in collaborazione con il museo dello stesso ateneo, il progetto Museum on wheels, ovvero: museo su ruote. Il prototipo è stato ospite del Salone Satellite di Milano, ed è di per sé un opera architettonica interessante e accattivante, ed efficiente nella sua semplicità.
Si tratta di una struttura in legno poggiata su ruote, leggera per essere facilmente trasportabile, e dalle dimensioni equilibrate, pensate per adattarsi alle varie forme d’arte che può accogliere.
“Artefatto effimero e portatile”: così viene definito questo “strumento di espressione senza compromessi e aperto all’interpretazione”. Non si può definire sede, in quanto diventa esso stesso parte dell’opera a cui è destinato.
Un’arte nomade, in un luogo che può viaggiare e trasformarsi, alloggiare in una piazza o in un giardino privato, arrivare dove di solito non arriva.
È una piccola rivoluzione per chi crede che la cultura cambi le persone, un trucco per andare a scovare anche chi, in un museo, non ci metterebbe mai piede. E allo stesso tempo un supporto per gli artisti emergenti, che possono così immaginare gallerie pop-up in ogni angolo del pianeta.
Design di Rubén A. Alcolea (architetto), Jose Ángel Medina (architetto), Fernando Pagola (artista), Mikel Quintana (studente di architettura), Jorge Tárrago (architetto), Francisco Verdú (studente di architettura).
Immagini di Annalisa Cimmino.