Dimenticate atmosfere sdolcinate e situazioni facili: Orange Is The New Black è la nuova serie tv che si appresta a sbarcare in Italia sul canale Mya e che promette di sovvertire e fare tabula rasa di schemi e congetture precostituite da finti perbenisti.
La serie viene definita dramedy (a metà strada tra la black comedy e il drama, insomma con abbondanti dosi di cinismo), tratta dal libro di memorie omonimo di Piper Kerman Oitnb, è stata concepita da Jenji Kohan, (ideatrice della serie televisiva Weeds, e coautrice di altre, fra le quali anche Sex and the City).
La protagonista è Piper Chapman (interpretata da Taylor Schilling): una bionda che dieci anni prima girovagava allegramente trasportando i proventi di un commercio di droga, per fare un favore alla sua fidanzata dell’epoca, una trafficante di nome Alex Vause. Piper decide però di lasciarla e rifarsi una vita “comediocomanda”: un’attività con la sua migliore amica, (tipica idiota qualunque) e un fidanzato maschio, giovane, ebreo e di buona famiglia, aspirante scrittore, che tradirà immediatamente la sua fiducia vendendo al New York Times la storia della loro separazione forzata.
Appena arrivata in carcere Piper Chapman scopre con sorpresa che proprio la sua ex compagna di passioni e di “favori” è detenuta nello stesso penitenziario: nasce il sospetto che sia stata proprio lei a tradirla. Anyway, l’atmosfera del contesto è sicuramente pregna di figure non proprio originali (il secondino omofobo e aguzzino, la direttrice che ruba fondi, le detenute che vengono divise per razze,etc.), ma la sceneggiatura scorre, le attrici sono brave e il micro cosmo di carcerati, lesbiche, drogati, straccioni e WASP (White Anglo-Saxon Protestant) avvince non poco.
La stessa Kohan ha dichiarato a proposito di Orange is the new black che il carcere femminile dove è ambientata va inteso solo come una sorta di megafono amplificatore; in realtà la riflessione va spostata sull’autodistruzione e sulla brutalità che, nonostante talune volte venga focalizzata prevalentemente con l’indole maschile, in Orange is the new black viene fatta emergere soprattutto da un punto di vista femminile.
Insomma sembra che questa serie si presti bene a giocare con clichè e luoghi comuni, almeno per quanto riguarda gli stereotipi che vogliono la donna come predominante in merito a dolcezza e sensibilità di animo, nei confronti dell’uomo…