
Ecco cos’ha creato Fabrizio Lapiello, 26 anni di Mondragone, fondatore del gruppo Google Developers Campania ed ancora cofondatore dell’incubatore 012 Factory: un braccialetto elettronico per i non vedenti che si chiama Ultrasonic Sight. Sarà prodotto con il marchio Lapiello Solutions, www.lapiellosolutions.com, e costerà meno di mille euro, un settimo del prezzo proposto dalla concorrenza e funziona benissimo anche nelle metropolitane. In pratica come funziona? «Consiste in una piattaforma elettronica ed informatica – racconta il giovane Fabrizio – che può migliorare la mobilità dei disabili sensoriali della vista estendendo l’utilizzo di un normale bastone da passeggio. L’intera tecnologia è racchiusa in una scatoletta leggera che si applica al polso come un bracciale”.
A Lapiello l’idea è nata ascoltando un’intervista del presidente dell’Unione italiana dei Ciechi che segnalava il problema degli ostacoli che i non vedenti si trovano a dover scansare ogni volta che ci sono auto, motorini o altro parcheggiati sulle strisce pedonali o ostacoli sui marciapiedi. Detto, fatto. Fabrizio si mette a studiare un oggetto che aiuti non vedenti ed ipovedenti e lo assembla. D’altronde, il binomio informatica-elettronica appassiona Fabrizio Lapiello fin da bambino. “Questo oggetto elettronico – spiega con soddisfazione – consente in qualsiasi situazione di luminosità o condizione atmosferica di rilevare ostacoli, dislivelli, oggetti fino a una distanza di 4 metri e permette di scansarli in anticipo evitando la maggior parte dei pericoli presenti in strada”.
Come è fatto? “La piattaforma è composta da due parti: una prima da una componente elettronica basata su Arduino, sensori ultrasonici, sensori per avvisi acustici e tattili tramite impulsi vibrativi completata da una semplice batteria alcalina da 9v; la seconda da un sistema di algoritmi per il rilievo degli ostacoli. Insomma questo braccialetto permette di rilevare le buche sui marciapiedi, spesso causa di incidenti anche per persone normodotate”. Il braccialetto avverte con un suono acuto che si è in prossimità dell’ostacolo, mentre per le distanze più lunghe il suono è più flebile. Inoltre c’è anche una vibrazione che fa capire quanto è distante l’oggetto. E’ una specie di eco che sbatte sull’ostacolo e poi ritorna al sensore che così può calcolare la distanza precisa dall’oggetto. Praticamente funziona con lo stesso principio dei pipistrelli.
Infatti loro non hanno vista, emettono un’eco che ritorna ai loro sensi. Un meccanismo usato anche con le sonde in cardiologia. La prova pratica Fabrizio l’ha fatta in parte su se stesso e in parte con l’aiuto di un amico: «Sì, un ragazzo non vedente dalla nascita che non ha percezione dello spazio. Ho sperimentato che il mio braccialetto, usato assieme al bastone, li fa stare più tranquilli in strada». Al momento Fabrizio sta lavorando all’involucro, l’ha già presentato in diverse occasioni, anche nell’ambito dell’iniziativa Google I/O. C’era da aspettarselo da un giovane che ha scelto come mission quella di «evangelizzare le persone verso le tecnologie Google» e poi certamente incuriosisce. Se poi per dimostrare che sa il fatto suo avverte: «I giovani che lasciano l’Italia? Per me chi ha una idea è meglio che rimanga perché questo nell’informatica è il momento giusto», vuol dire che alla competenza aggiunge anche l’ambizione. E ciò non guasta!