E’ un Giorgio Pasotti assolutamente inedito quello nelle vesti di protagonista di Nottetempo, esordio alla regia del campano Francesco Prisco: un film coraggioso, una scommessa, soprattutto perchè difficilmente catalogabile in un genere definito.
Abbiamo incontrato Giorgio Pasotti all’anteprima di Nottetempo, nelle sale italiane dal 3 aprile: il suo primo vero ruolo da “cattivo”, nei panni del poliziotto e giocatore di rugby Matteo, ce lo mostra come non lo avevamo mai visto nè al cinema, nè in tv. E dire che di ruoli ne ha interpretati tanti.
In Nottetempo, che vede Optima Italia tra i produttori, il percorso di vita del poliziotto Matteo incrocia quello della giovane Assia (Nina Torresi, già protagonista de La bellezza del somaro) unica sopravvissuta ad un incidente stradale a partire dal quale la sua vita si incrocia con quella e del cabarettista in crisi Enrico (Gianfelice Imparato) e dello stesso Matteo, che scosso di un déjà-vu prima dell’incidente decide di riprendersi la famiglia che aveva abbandonato anni prima.
“Nonostante sia spinto da sentimenti belli come l’amore e la paternità riscoperta, Matteo agisce in modo cinico, prepotente crudele“, spiega Giorgio Pasotti, per la prima volta in un ruolo fortemente negativo. “E’ difficile pensare alla mia faccia come a quella di un cattivo: Francesco Prisco ha avuto anche coraggio nel propormelo, sa esattamente cosa vuole e fa di tutto per ottenerlo. Piaccia o non piaccia, è comunque spiazzante vedermi in un ruolo da cattivo” ha aggiunto l’attore. Difficile provare empatia con il suo personaggio, un uomo senza scrupoli, spregiudicato, che aggira ogni regola pur di raggiungere il suo obiettivo, ovvero riappropriarsi con la forza di una vita a cui aveva rinunciato.
Quello che anima Matteo è un sentimento d’amore che somiglia molto ad un’insana ossessione, una di quelle che spesso sfociano in tragedia: “Matteo ha cercato di dimenticarsi della sua famiglia, di suo figlio, credendo di poter chiudere col suo passato, ma questo è impossibile: quando si rende conto di voler tornare indietro vorrebbe farlo a suo modo, con uno schiocco di dita: nel tentativo di recuperare un passato perduto agisce nella maniera più sbagliata“.
Ambizioso nel genere (o meglio, nel mix di generi), audace nella sceneggiatura, Nottetempo è l’interessante esordio alla regia di Francesco Prisco dopo una dozzina di premiati cortometraggi. Quando lavori con un esordiente, ci spiega Giorgio Pasotti che in passato ha portato fortuna ad altri debutti importanti, i rischi sono sempre maggiori dei benefici: “Io ho partecipato in tutto a tre esordi: oltre a quello di Prisco, mi è successo con Gabriele Muccino e Alessandro Angelini” ha ricordato l’attore. In tutti i casi ha intravisto un talento già marcato e pronto ad emergere: “Auguro a Prisco la stessa fortunata carriera dei primi due“.