Dopo la performance cosiddetta “artistica” di Lady Gaga al South By Soutwest Festival di Austin, in Texas, non si arrestano le polemiche tra i detrattori della popstar e non solo.
L’attrice e cantante Demi Lovato si è affrettata a criticare la trovata di farsi vomitare addosso sul palco sostenendo che rendesse glamour la bulimia. E non è stata certo la sola a trovare disgustoso che la perrformer Mille Brown rigurgitasse su Lady Gaga durante la sua esibizione in Swine: “Fuck pop music, this is artpop” aveva gridato la Germanotta sul palco. Ma siamo davvero sicuri che si possa parlare di arte?
Demi Lovato, che ha affrontato disordini alimentari in passato, ritiene pericoloso usare questo termine per questo tipo di bravate: “Triste … Come se non avessimo già abbastanza persone affascinate dai disturbi alimentari. Usare la parola arte non è un passaportp per fare quello che si vuole, senza conseguenze” ha scritto su Twitter, pur riconoscendo il talento di Lady Gaga e, proprio per questo, sostenendo che non abbia bisogno di certi colpi di scena.
Durante il suo discorso di un’ora al SXSW, Gaga ha provato a spiegare quel gesto: “A volte le cose che sembrano veramente strane e sbagliate possono cambiare il mondo, non sto dicendo che il vomito cambierà il mondo. Quello che sto dicendo è che è stata l’idea di un momento in cui era veramente quello che volevamo creare e se lo abbiamo fatto rispettandoci l’un l’altra come artiste nella prestazione ne sarà valsa la pena“.
Nel frattempo, dopo che le polemiche sono montate anche nella stessa comunità dei littlemonsters per quel gesto sul palco, Millie Brown ha rilasciato delle dichiarazoni a TMZ.com in risposta alle critiche di Demi Lovato: “C’è una netta differenza tra l’utilizzo il mio corpo per creare qualcosa di bello, per esprimermi e sentirsi potenti, piuttosto che usarla per punire me stesso e conformarmi agli standard della società“. E su Twitter ha aggiunto: “Credo nella libertà assoluta di espressione. Sfidando l’arte e la bellezza. Se l’arte è la vostra comunicazione non deve essere censurata“. E il dibattito non sembra fermarsi qui.