Spending review: due parole amare per chi si occupa di cultura, le risorse sono già poche, se si stringe ancora la cinghia si rischia di soffocare. Ma l’entusiasmo non crolla sotto il peso della crisi e forse, anche a Napoli, stiamo allentando quel legame a doppio filo con l’assistenzialismo, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo scoperto che i progetti validi, possono contare sul sostegno dei privati. Succede con il teatro Vodisca – che sta per Voci di Scampia – che lunedì 18 marzo presenterà alla stampa il suo spettacolo: Diego – non sarò mai un uomo comune. Il Diego in questione è Maradona, ma il copione è tutt’altro che un omaggio agli anni d’oro del Napoli. Le partite fanno da sfondo allo scenario sociale degli anni ’80: la vittoria dello scudetto offuscava la vista e nascondeva agli occhi l’ascesa della disoccupazione, la dilagante speculazione edilizia, totonero, eroina. Anni bugiardi in cui dietro feste, lusso e strette di mano si minavano le fondamenta della vita di chi all’epoca nasceva. Ma torniamo a oggi. Vodisca è una compagnia teatrale fondata nel 2010 da Maddalena Stornaiuolo e Rosario Esposito La Rossa. Ha sede in un quartiere conosciuto da molti solo per nome, pochi sanno come sia fatto e cosa vi succede.
Vodisca, i cui attori e tecnici provengono principalmente dalle periferie di Napoli, lo anima raccontandone le verità, e portando energia operosa tra le sue persone. La buona notizia è che lo spettacolo è stato reso possibile anche grazie all’entusiasmo di un privato, l’assicuratore Pietro Lena della Lena Insurance Broker, società di brokeraggio leader nel settore dei trasporti: oltre a mettere al sicuro le persone e il loro mezzi, ha voluto investire anche nel teatro, con una sponsorizzazione importante. “I giovani e la cultura sono le basi per rendere il nostro mondo più solido e sano – spiega – ecco perché ho deciso di sostenere il teatro Vodisca e questo prezioso spettacolo che si appresta a mettere in scena. Il mondo delle imprese non è fatto solo di ingranaggi e burocrazia, ma anche di persone, e investire sul capitale umano, promuovendo il teatro e la cultura, è la strada da percorrere per crescere e far crescere il nostro valore”. Il debutto è previsto per il 20 marzo, al Teatro Piccolo Bellini e sarà in scena fino al 30 marzo.
Ma Napoli si prepara anche ad un’altra iniziativa promossa da un gruppo di privati: il 29 marzo, alle 18.30, Blindarte ospita l’asta di beneficenza di oltre cento opere di Luigi Manzi (1895-1985) ginecologo, docente universitario e interessante artista. I dipinti sono stati generosamente donati dagli eredi e i proventi della vendita saranno investiti nell’acquisto di macchinari destinati alla sala operatoria del reparto di neurochirurgia dell’ospedale pediatrico Santobono. Quindi una struttura pubblica, attraverso un’iniziativa privata, riuscirà a intervenire, curare e assistere con maggiore efficienza i suoi piccoli degenti. Oltre alla preziosa generosità degli eredi, che hanno deciso di donare le opere, l’asta è stata possibile grazie all’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Torre Saracino di Gennaro Esposito, Maurizio Marinella, Grafica Nappa, Pietro Di Domenico, L’Associazione Cittadino di Napoli, Giorgio Ricciardi, lo staff della Blindhouse-Blindarte. Soggetti privati che in vario modo contribuiranno alla riuscita e alla promozione dell’evento, parte delle attività di S.O.S. – Sostenitori Ospedale Santobono. La onlus, fondata nel 2004 da un gruppo di medici dell’azienda ospedaliera ha già finanziato oltre 75 progetti.
Due belle iniziative per investire bene il nostro tempo libero e che ci insegnano come si fa a non aspettare che le risorse vengano calate dall’alto, attivandosi, ognuno come può, per produrle.