Ritrovare il gusto dell’ascolto: è questo che ha spinto Ligabue a tornare in radio da deejay come faceva un tempo, da ragazzo, nelle prime radio libere. Un richiamo a quel mondo così ben messo in scena in Radiofreccia, il suo primo film da regista.
Quello stesso gusto di selezionare la musica migliore, ascoltarla, ritrovarci un po’ di sè e del mondo che ti circonda è ciò che lo ha indotto a mettersi dietro al microfono per Radiofreccia in Mondovisione: quasi un cerchio che si chiude, dai ricordi di gioventù all’ultimo album pieno di successi.
Ligabue ha raccontato il suo ritorno in radio, da martedì prossimo 11 marzo alle ore 22, sul sito ufficiale Ligachannel e in radiovisione su Rtl 102.5, al Corriere della sera in un’intervista concessa a Pasquale Elia. La considerazione di base che ha indotto il rocker di Correggio a ripensare alla dimensione radiofonica è stata quella che “la musica in Internet viene ascoltata in modo frettoloso“: di qui “la voglia di recuperare lo spirito di un tempo, quando ci si metteva con calma a sentire i brani che passavano in radio“.
Lo farà Ligabue in persona, selezionando brani di ogni epoca (“Soprattutto quelli degli anni che finiscono per 7, in particolare il ‘67 e il ‘77, stagioni in cui circolava grandissima musica“) e magari cimentandosi dal vivo nel proporre qualche cover: “Mi divertirò a suonare anch’io qualcuna di quelle canzoni, giusto un accenno con voce, chitarra e piano“. Un richiamo irresistibile per i fan di Ligabue. Anche perchè la musica la vorrà raccontare e contestualizzare, ricordare quando i dischi “si ascoltavano con i mangiadischi o attraverso i jukebox” e spiegare che c’era tutto un mondo intorno a quei brani entrati poi di diritto nella storia della musica.
Il tutto a poche settimane dalla partecipazione a Sanremo (“L’esordio non è stato dei più facili. Dovevo cantare De André in genovese, voce e bouzouki, dopo che due personaggi avevano fermato la serata e io dovevo aprire la rassegna“) e in vista della partenza del suo pre-tour nelle piccole città prima dei grandi live negli stadi. E non è un caso, perchè l’atmosfera amarcord di Radiofeccia in Mondovisione la farà da padrona anche in questo caso: “Suoneremo in palazzetti piccoli, con una dimensione quasi da club. E sarà una maniera per rivivere l’atmosfera degli esordi. Non a caso cominceremo proprio dal palasport di Correggio, dove mi sono esibito nell’ormai lontano 1991“.