Ci si avvina al periodo natalizio, e tanti sono gli utenti a chiederci notizie sul Samsung Galaxy Note 3. Il phablet di terza generazione fa gola a tutti, ma non mancano quelli che, prima di acquistarlo, vorrebbero vedersi chiarire alcuni dubbi, molti assolutamente leciti.
La prima domanda che balza agli onori è sulla durata della batteria. Rispetto al Galaxy Note 2, che monta una carica da 3100 mAh, il successore gode di una capacità di 3200 mAh, di soli 100 mAh superiore.
Credete che una differenza tanto marginale basti a sopperire il salto di dimensione e risoluzione del display? Ricordiamo, infatti, che quello di seconda generazione monta uno schermo da 5.5 pollici HD da 1280×720 pixel, contro il 5.7 pollici FullHD da 1920×1080 pixel dell’altro, senza dubbio più nitido e luminoso, anche sotto diretta luce del sole.
In effetti, l’azienda avrebbe potuto essere più genorosa, e dotare il Samsung Galaxy Note 3 di una batteria più capiente. La modalità di risparmio energetico da sola non basta ad estendere l’autonomia nell’arco dell’intera giornata. Spesso e volentieri ci si ritrova al 50 % a metà pomeriggio, con un uso moderato che rientra perfettamente nella norma. Se non riuscite a coprire le 12 ore, potreste pensare di acquistare una batteria maggiorata, come la Mugen Battery da 6500 mAh (costo di circa 100 dollari).
Un altro aspetto da prendere in considerazione è la qualità del segnale, che sembrerebbe eccellente. Essenco costruito in plastica ed eco-pelle, il dispositivo non riporta quei problemi che sopraggiungono coi telefoni in metallo. Il suono in conversazione è forte e chiaro, grazie al foro stenopeico del microfono secondario, volto ad isolare i rumori di fondo. Probabilmente, si sarebbe potuto fare di più per quel che riguarda la qualità dell’altoparlante interno: il volume è alto, ma la qualità lascia a desiderare.