La regola che se in un film c’è Gemma Arterton vale sempre la pena di vederlo, questa volta non vale. O almeno è messa a dura prova, perchè di Runner Runner alla fine veramente non se ne intuisce il senso.
Cioè per me l’unica spiegazione è questa: Ragazzi ma il poker online? Ormai ci giocano tutti, non ce lo facciamo un film? Su, via, e veloci prima che passi la moda. La sceneggiatura la scriviamo girando.
Peccato. Perchè effettivamente il fenomeno c’è e può essere raccontato sicuramente in maniera migliore. Se volessimo fare un’analogia con il poker, Runner Runner è una mano di Telesina che non si chiude, dove la maggior parte delle carte sono scoperte sul tavolo, e quelle coperte non vengono mai rivelate. Guardi, guardi, attendi, ma niente, il risultato non arriva.
Neanche lo puoi capire guardando i volti, perchè quello di Ben Affleck è notoriamente inespressivo e al massimo ci piazza sopra quel sorrisetto quattro stagioni, mentre quello di Justin Timberlake è misterioso in quanto ancora non ha trovato una sua identità. Almeno sullo schermo. Varrebbe dunque la pena di fregarsene della partita e ritornare alla Gemma Arterton della premessa, tanto lì sul volto o su altro, dove caschi caschi, caschi bene. Ma seduta dall’altra parte del tavolo e con le luci soffuse non può contribuire a dare smalto a una partita che dopo tanto attendere rischia di diventare addirittura noiosa.
Diretto da Brad Furman, Runner Runner arriva nelle nostre sale giovedì 24 ottobre.
Il trailer lo trovate qui.