Se Maradona scrivesse un libro sul suo rapporto col fisco italiano prima di trarne un adattamento cinematografico che possa consolidare un’interpretazione della vicenda, bisognerebbe valutare molti aspetti.
E’ dunque su questo vizio di fondo che il film Il Quinto Potere non può essere preso troppo sul serio, visto che la narrazione della vicenda prende spunto in molti aspetti dal libro scritto da Daniel Domscheit-Berg, portavoce in Germania di WikiLeaks fin quando non si è dimesso perchè sospeso dal co-fondatore del portale Julian Assange.
Lo stesso Assange, interpellato dal protagonista del film Benedict Cumberbatch ha definito il libro come tossico e negativo per lui e le persone che ancora si battono per un ideale di trasparenza e libera informazione. Conoscendo una tale premessa dunque non è facile approcciarsi al progetto scindendo le due cose. Anche se ad onor del vero il tentativo di Bill Condon di rimanere superpartes, comunque si intravede.
Aggiungiamo al tutto la difficoltà di portare sul grande schermo un tema così ostico da raccontare per immagini, e il risultato non può che essere insoddisfacente. E’ infatti questo il motivo per cui, nonostante la bella fotografia e la buona, forse ottima, interpretazione degli attori, la pellicola non decolla e non coinvolge a fondo. Il film Il Quinto Potere avrebbe dovuto avere il compito di fare chiarezza, e invece in più di un’occasione confonde, e il profilo finale che risulta di Assange, anche così ad occhio sembra troppo tirato, troppo cinematografico.
Il Quinto Potere arriva nelle nostre sale giovedì 24 ottobre.
Il trailer lo trovate qui.