E’ in libreria da qualche giorno il nuovo libro di Max Pezzali dal titolo “I cowboy non mollano mai”. Un romanzo e allo stesso tempo un’autobiografia corredata da numerosi scatti inediti direttamente dagli album privati di Max Pezzali.
Per Max è stato ufficialmente dato il via alla raffica di interviste e noi vogliamo riproporvi quella rilasciata al Messaggero. Pezzali parte spiegando come mai con “soli” 20 anni di carriera alle spalle ha ritenuto giusto pubblicare un’autobiografia adesso. La motivazione sta nel fatto che ai tempi attuali ogni anno vale come quello dei cani: almeno 7, causa la tecnologia in primis.
Raccontare la sua epoca, che definisce “pre-tecnologica” è come “raccontare un’epoca fa”.
Poi scopriamo il senso del libro: è un semplice “tirare le somme” oppure è più un “punto e a capo”? Max risponde che si tratta di un “punto e virgola”, solo un bilancio degli anni trascorsi e un “tirare le somme” sui suoi primi 20 anni in musica.
L’intervista prosegue alla scoperta delle tracce della raccolta “Max 20” e degli inediti inclusi. Il cantante spiega il significato del nuovo singolo “Ragazzo Inadeguato” e poi rivolge uno sguardo al passato e all’epoca di Claudio Cecchetto che gli ha insegnato a costruire un rapporto con il pubblico.
Nell’epoca delle reunion è lecito chiedere se è prevista una nuova unione degli 883. Max Pezzali non si sbilancia ma spiega che Repetto al momento vive a Parigi e ha una vita molto diversa da quella del musicista ma è pur vero che si sono già trovati a collaborare nel precedente album quindi chissà…
In conclusione arriva il tasto dolente: il chiacchieratissimo Festival di Sanremo. Max Pezzali è ultimamente tra gli artisti più richiesti dai fan nell’edizione del 2014, ma lui cosa ne pensa?
“Il Festival è una manifestazione che va oltre la normale manifestazione musicale”, dice, poi spiegando il senso della sua affermazione.
“Diventa una sorta di bolla nello spazio-tempo in cui devi tagliare completamente i tuoi legami con il mondo esterno e proiettarti all’interno di quella realtà come se esistesse solo quello”, continua.
Confessa poi di aver sempre avuto difficoltà a “pensare a un luogo come l’unico luogo possibile quindi lo vivo sempre con un’ansia incredibile perchè sembra che esista solo quello.”
E conclude con una grande e pericolosa verità: “Ti intervistano tutti e non capisci perchè ci sia tutta quell’attenzione nei tuoi confronti che poi dal lunedì dopo scema completamente e non esisti più”.
Il suo rapporto con il Festival lo definisce “schizzofrenico”: gli piace seguirlo da spettatore ma per ora non è nei suoi piani.