
Si aggrava il bilancio delle vittime della sparatoria nel vecchio arsenale della Marina Militare a Washington. L’ultima stima, che si spera sia quella definitiva, parla di tredici vittime accertate. Tra queste c’è anche l’assaltatore, Aaron Alexis di 34 anni, ucciso dalle forze di sicurezza durante la sparatoria. Tramontata anche la prima ipotesi secondo cui gli assaltatori fossero due. Da quanto stabilito dalle autorità, il giovane ha agito da solo ed è stato ucciso durante il conflitto a fuoco. Non c’era nessuno ad aiutarlo ed è stato progettato tutto da lui stesso.
Alexis era originario del Texas e lavorava per una ditta in subappalto della Hp, Hewlett Packard, la “The Experts”. Proprio il suo lavoro gli ha permesso di conoscere il terreno su cui ha poi messo a segno l’attacco. Il 34enne lavorava ai servizi di intranet proprio della Marina per conto della sua società. Così aveva libero accesso al presidio militare e conosceva i dettagli della sicurezza. Questo vantaggio gli ha permesso di prendere alla sprovvista i militari provocando le tredici vittime prima di essere neutralizzato. Alexis non era solo un tecnico informatico avvezzo a quel presidio militare.
Era anche un veterano della Marina Militare congedato nel 2011 per alcuni episodi di «cattiva condotta». Era stato decorato con due onorificenze durante il servizio: la medaglia “Global War on Terrorism Service” e con la medaglia “National Defense Service”. Dettaglio riportato dal Washington Post secondo cui l’uomo si sarebbe introdotto all’interno della Navy Yard utilizzando le credenziali di un altro militare. Sull’episodio è intervenuto anche il presidente americano Barack Obama che lo ha definito «un atto di codardia». Al momento Alexis non risulta legato ad alcuna organizzazione terroristica.