Vorrei tornare a Damasco. Ci sono stato nel lontano 1998 e ne conservò ricordi intensi. Ricordo il profumo inebriante del bazar delle spezie. Ricordo i dolci di pistacchio e miele. Ricordo il caos del traffico impazzito a tutte le ore del giorno e della notte. Una città avvolgente, orgogliosa della sua storia millenaria ma con lo sguardo fisso al futuro. Ma soprattutto una città ed un popolo aperti, cosmopoliti, tolleranti.
Ed a dimostrarlo urbanisticamente ed artisticamente la meravigliosa moschea Omayyadi una delle più belle del mondo islamico. Al suo interno si trova una cappella che custodisce la testa mozzata di San Giovanni Battista venerata insieme e pacificamente tanto dai cristiani quanto dai musulmani. E’ una storia esemplare. Quando la città venne conquistata dagli arabi, l’originaria chiesa di San Giovanni Battista non venne rasa al suolo. Il luogo di culto con la reliquia del cugino di Gesù venne inglobato nella nuova moschea che i conquistatori arabi eressero per celebrare il nuovo dominio.
Concessero però che i cristiani continuassero a celebrare il loro Dio senza mai perseguitarli. Un esempio di civiltà giuridica e religiosa che purtroppo non è stato molto seguito nei secoli successivi in altre regioni del mondo. Ripenso alla mia visita alla moschea, al mistico silenzio di noi uomini di buona volontà amanti della pace, alla commozione che ci accompagnò per il resto del nostro viaggio. Mi chiedo come sia stato possibile che la Siria scivolasse verso l’orrore odierno.
Perché il processo di riforme e sviluppo economico si è così brutalmente interrotto ? Perché le differenze non si sono composte nella reciproca tolleranza – come avvenuto all’epoca della conquista araba – ma sono sfociate in questa drammatica scia di sangue innocente. Difficile trovare risposte e soluzioni, ma di certo un intervento armato esterno non è il modo migliore per aiutare il popolo siriano diventato il pretesto di un conflitto per interessi economici e geopolitici probabilmente inconfessabili dallo stesso ed incoerente Premio Nobel per la Pace Barak Obama. Le armi al governo ed agli insorgenti chi le fornisce???
La Siria non ha bisogno di aggressioni ma di solidarietà vera di una comunità internazionale realmente interessata al futuro dei popoli. La testa di Giovanni Battista venerata da cristiani e musulmani è la dimostrazione che anche le tensioni più drammatiche possono esser risolte positivamente con il dialogo, la reciproca accettazione, il desiderio di voltare pagina.