Per la prima volta nella storia del Vaticano, il Pontefice ha scritto ad un giornale. Una lettera di risposta al fondatore di “La Repubblica”, Eugenio Scalfari sui temi della fede e laicità posti dal giornalista. Una lettera aperta pubblicata dal quotidiano questa mattina in prima pagina che rappresenta un vero e proprio unicum nella storia dei Papi. Ancora una prima volta per Papa Francesco, ormai abituato a stupire e cambiare le regole non scritte della mura vaticane. Riguardo al tema controverso posto dal fondatore di Repubblica, Papa Francesco risponde con semplicità ed apre le porte anche ai non credenti.
«Mi chiede se il Dio dei cristiani perdona chi non crede e non cerca la fede, la questione per chi non crede in Dio sta nell’obbedire alla propria coscienza. Il peccato, anche per chi non ha la fede, c’è quando si va contro la coscienza». Risponde così, con una vera e propria “questione morale” il Pontefice che poi continua – Premesso che, ed è la cosa fondamentale, la misericordia di Dio non ha limiti se ci si rivolge a lui con cuore sincero e contrito, la questione per chi non crede in Dio sta nell’obbedire alla propria coscienza.
Il peccato, anche per chi non ha la fede, c’è quando si va contro la coscienza. Ascoltare ed obbedire alla coscienza, significa decidersi difronte a ciò che viene percepito come bene o come male. E su questa decisione si gioca la bontà o la malvagità del nostro agire». Una vera e propria apertura al mondo laico o ateo senza precedenti basando tutto sul quel libero arbitrio tanto caro proprio alla cultura laica. Infine il Pontefice ricorda come ci sia una relazione tra i credenti e Dio. «io non parlerei, nemmeno per chi crede, di verità “assoluta”, nel senso che assoluto è ciò che è slegato, ciò che è privo di ogni relazione. Ora, la verità, secondo la fede cristiana, è l’amore di Dio per noi in Gesù Cristo. Dunque, la verità è una relazione».