Non vuole restare con le mani in mano, nemmeno dal punto di vista mediatico. Il presidente siriano Bashar al Assad ha concesso un’altra intervista ad un medium occidentale. Dopo quasi due anni ha rilasciato un’intervista all’emittente americana Cbs. L’intervista completa andrà in onda lunedì sera ma le anticipazioni bastano ad alzare ancora una volta il livello dello scontro. Il leader siriano ha annunciato senza mezze misure che se gli Stati Uniti attaccheranno in Siria ci saranno delle azioni di rappresaglia. Una risposta a cui parteciperanno anche tutti i paesi amici della Siria.
Si tratta di quelle nazioni e gruppi di fede sciita che non lasceranno impunita una qualsiasi azione armata contro una nazione alleata ed amica. L’Iran in testa, seguito dalle milizie libanesi degli Hezbollah, hanno già annunciato azioni di risposta a qualsiasi tipo di attacco americano. Trattandosi di un’azione bellica contro un paese amico la risposta sarà inevitabile. L’intervista di Assad segue quella rilasciata a “Le Figaro” in cui già aveva lamentato una violazione della sovranità siriana da parte degli Stati Uniti ma stavolta ha anche alzato il tiro annunciando per la prima volta una risposta militare.
Secondo Assad l’attacco statunitense non solo creerebbe delle perdite all’esercito siriano ma soprattutto lo indebolirebbe esponendolo all’attacco delle milizie qaediste che Assad dice di combattere e che guidano la rivolta in Siria. Assad ha inoltre ribadito durante l’intervista che le forze governative non hanno alcuna responsabilità dei presunti attacchi con l’utilizzo di gas nervino e che gli Usa non hanno alcuna prova a riguardo. Il colloquio con il network americano verrà trasmesso proprio nel giorno in cui Obama parlerà a sei network americani nella speranza di convincere il Congresso a dare parere favorevole all’azione militare.