Marco Mengoni ha ufficialmente concluso al Teatro Romano di Verona la sua tournée estiva con un doppio concerto il 31 agosto e il 1 settembre.
A lui lo scettro della data del primo giorno di settembre, che riceve direttamente dal duo veronese dei Sonohra. nel 2012 infatti, lo stesso giorno e nela stessa location si consumava il concerto-evento dei Fainello con ospiti illustri artisti internazionali del calibro di Hevia e Michael Adrian.
Il 1° settembre per Verona è sinonimo di appuntamento fisso al Teatro Romano ed oggi vi raccontiamo il concerto che ha tenuto il “Re Matto” nel secondo tempio della musica di Verona, dopo l’Arena.
«Un anno pieno di emozioni, un anno in cui c’è stata la rinascita del nostro re matto. Ogni concerto è diverso dall’altro, con emozioni diverse ma sempre speciali, ancora più speciali se quella che si è svolta è la chiusura di un tour quasi sempre sold out e se quel concerto corona la fine di un tour de force che dura oramai da febbraio.
Marco Mengoni, pur dopo tanti mesi di lavoro ininterrotto, ha tenuto l’ultima data del tour estivo a Verona il primo settembre, con un’energia pazzesca forse con quasi più energia della prima tappa. Il teatro è in trepidazione, tutto il pubblico sbatte i piedi per terra per dare il segno della propria presenza ed ecco che le luci si spengono.. è l’ora e lui entra e inizia a cantare e tutto quello che c’è fuori sparisce.
Marco sul palco può essere definito energia pura, quella timidezza che lo accompagna nella vita e che scompare mentre canta si trasforma in personalità e carisma. Il concerto di Marco Mengoni non é solo un concerto ma è anche un dialogo con il pubblico e nell’ultima data è stato anche un modo per ripercorrere la sua carriera, pur avendo la memoria come quella di un pesce rosso, di quelli che stanno nelle ampolle e che hanno la memoria che dura un solo giorno e poi si annulla. Per lui è stata un’impresa ardua ricordarsi tutto!!
Dal dialogo sulla timidezza si passa a ripercorrere la sua vita da quando faceva concerti nelle sagre di paese, alla confessione che ha cantato in una band di dance anni ’70/’80.. Poi le prime tappe in giro per le case discografiche, che dicevano che si vestiva male e che aveva capelli brutti, fino ad arrivare alla Warner che lo ha liquidato dicendo: “canti troppo bene”.
Dopo varie prove decide di andare a X Factor e alla 13esima puntata vince. Il post vittoria lo racconta così: all’epoca pensava: “evviva oh, ce l’ho fatta, è un inizio positivo…”, per poi aggiungere: “col cavolo perché poi esci e ci metti 4 anni per fa capì a quei 4 stro*** di critici musicali che pure tu hai qualcosa da dire”.
Chiacchiera ancora e arriva a raccontarci del primo Sanremo: “Sanremo.. terzo.. Via dopo il principe (apre le braccia), dopo il principe no però”.. Continua dicendo ancora un po’ confusamente tutte le tappe che includono anche quelle di quest’anno e questo escursus della sua vita è fatto per arrivare all’Ep “Re Matto”.
Prima di presentare “La valle dei re” dà prova del suo accento veneto e conclude dicendo: “Alla fine io torno a casa e sto da solo, sto da solo. Prima o poi dopo tutte quelle cose che fai a casa ce torni e allo specchio ti ci devi comunque guardare. Ti guardi allo specchio, ti guardi fisso negli occhi e vedi che, dopo tutte queste cose, non sei assolutamente un alieno.. hai due occhi, due narici, i capelli, le rughe, una bocca, hai la barba come tutti e alla fine dici sul serio ma quale re??”
Dopo questo lungo colloquio il concerto continua ed è percepibile il feeling che Marco ha con il suo esercito, sembra quasi che il fan stesso sia parte e stia facendo il concerto insieme a lui. Non esistono momenti di noia tanto che il concerto si conclude con “Una parola” e la canta saltando e correndo da una parte all’altra del palco.
Durante il concerto il suo esercito ha preparato una sorpresa per Marco: nel corso del ritornello di non passerai tutto il pubblico ha alzato tanti foglietti con scritto #siamounacosasola! Il colpo d’occhio che dava tutto il pubblico con quei foglietti era uno spettacolo. Per rendere ancora più partecipi tutti spesso faceva cantare dei pezzi delle canzoni e durante uno di questi sentendo il pubblico in sintonia e giusto sulla musica ha mandato un bacio con tanto di sonoro all’intero teatro;
Poi una volta ha mimato un abbraccio che comprendeva tutto il pubblico. In un momento di gratitudine è sceso dal palco per raggiungere la platea, e ostacolato un po’ dalla sicurezza ha percorso il sottopalco fermandosi in mezzo alla prima fila e iniziando ad applaudire i suoi musicisti come un qualsiasi fan.
Non si possono scrivere le emozioni che ti lascia un concerto del genere, sono quelle emozioni che difficilmente si scordano e che ti fanno capire perché ami la musica in quel modo. Una cosa è certa.. quando esci da un concerto di Mengoni ti sembra di avere fatto il concerto con lui e non di essere uno spettatore seduto solo per ascoltare ed applaudire.
“La musica è la lingua dello spirito. La sua segreta corrente vibra tra il cuore di colui che canta e l’anima di colui che ascolta.” (Gibran Kahlil) »
[Margherita F.]
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