Era andata a fotografare un vecchio stabilimento abbandonato. Un reportage sui luoghi dimenticati di Mumbai che però l’è costato carissimo. Una giovane photoreporter indiana è stata aggredita e stuprata da un branco di cinque uomini. Era con un amico a fotografare un vecchio cotonificio ma la “scorta” del compagno non è riuscita ad evitarle il supplizio. Il ragazzo è stato picchiato e immobilizzato e non è riuscito ad intervenire. In un primo momento l’aggressione è partita ad opera di due uomini. I due balordi hanno cominciato a colpire il ragazzo, unico ostacolo per il loro progetto.
Una volta neutralizzato il compagno di viaggio della reporter, l’hanno portata via di peso. A loro si sono aggiunti altri tre uomini e tutti insieme hanno consumato la violenza sulla donna senza pietà. La vittima è stata ricoverata in ospedale dopo i soccorsi e le sue condizioni sono stabili. Ha riportato diverse ferite sul corpo e lesioni interne dovute allo stupro. Grazie alla testimonianza del compagno, la polizia è riuscita a stringere le manette ai polsi di uno degli aggressori. Gli altro quattro sono tuttora ricercati dalla Polizia indiana.
A commissionare il reportage alla 23enne è stato un giornale in lingua inglese e il luogo da fotografare era il Shakti Mills Compound, nella zona di Mahalaxmi. Dopo la violenza, gli organi di informazione di Mumbai hanno organizzato una manifestazione di protesta a cui si sono uniti diversi cittadini. I manifestanti avevano sulla bocca un nastro nero. Non si tratta, infatti, del primo episodio di violenza ai danni di giornalisti in India ed in particolare ai danni di donne. Nel paese c’è un vero e proprio clima di terrore contro gli operatori della stampa spesso zittiti con atti di violenza mettendo in serio repentaglio la libertà di espressione e informazione.