Sono stato in paradiso. Perlomeno il paradiso terrestre. Si trova a Busseto, provincia di Parma. Terra natale di Giuseppe Verdi e patria di salumi e formaggi sopraffini. Daniel Oren, uno dei più grandi direttori d’orchestra del mondo, ha reso omaggio al Sommo Compositore con l’Orchestra Filarmonica di Salerno con un delizioso menù lirico sinfonico da Aida a Forza del Destino, da Luisa Miller a Nabucco.
Locande ed osterie hanno invece deliziato i viandanti della musica con pregiati culatelli e noci di parmigiano reggiano. Un vero paradiso terrestre ché il brindisi della Traviata, dopo aver bevuto una “zoccolona” ( la scodella che si usa nelle osterie verdiane) di lambrusco ha tutto un altro sapore.
E così la sinfonia del Nabucco. Ascoltare le note del lamento degli ebrei esuli nei luoghi dai quali Giuseppe Verdi trasse ispirazione ti aiuta ancora di più a comprendere la grandezza del genio. Se mangi culatello, ma anche la spalla e la culaccia non sono niente male, non puoi che comporre capolavori. E vi assicuri che ascoltarli, dopo aver rinfrancato lo stomaco con tanta delizia predispone ad un’esperienza quasi mistica. E Giuseppe Verdi, il cui monumento domina arcigno, la piazza principale di Busseto sembrava sorridere di tanta devota partecipazione alla tavola ed al loggione all’aperto.
Il legame tra cibo e musica lirica in Emilia è solidissimo. In un viaggio precedente avevo visitato il Teatro Regio di Parma ed osservato che il cartellone proponeva pochi titoli ripetuti per decine di serate. Alla mia perplessità il bonario accompagnatore – il quale mi aveva appena spiegato che Luciano Pavarotti modenese doc mai aveva cantato nel Massimo parmigiano distante pochi chilometri da casa sua – replicò con una metafora salumiera. “Per noi l’opera è come il salame. Il secondo che tagli è meglio del primo, il terzo è migliore del secondo e via mangiando ed ascoltando. L’opera è così la seconda rappresentazione è sempre meglio della prima ed ogni sera val la pena di riascoltare Rigoletto”. E di assaggiare un’altra meravigliosa fettina di culatello. Viva Verdi e viva i salumi emiliani.