E’ piombato nel caos l’Egitto dopo lo sgombero delle piazze occupate dai Fratelli Musulmani effettuato dalle forze di sicurezza all’alba di ieri mattina. Il bilancio dei veri e propri rastrellamenti effettuati dall’esercito e dalla polizia è agghiacciante e impossibile da verificare in maniera indipendente. Secondo il governo, l’ultimo bilancio è di 658 vittime e quasi tremila i feriti. Un bilancio molto più grave secondo la leadership della Fratellanza Musulmana secondo cui i morti sono oltre 4.500 e il bilancio sarebbe ancora provvisorio visto che la conta delle vittime continua nei punti di raccolta dei corpi organizzati in tre moschee, tre ospedali e due obitori.
A comunicarlo è stato il portavoce dei Fratelli Musulmani, Gehad El-Haddad su twitter. Una vera e propria strage che la fratellanza ha ribattezzato come la loro Tiennamen. Un massacro a cui però i leader musulmani vogliono reagire indicendo un’ulteriore manifestazione invitando i cittadini del Cairo a scendere in piazza contro il governo provvisorio. Governo che ha dichiarato lo stato di emergenza per un mese e il coprifuoco dalle 19 alle 6 del mattino. Esecutivo che però perde i pezzi dopo le dimissioni di diversi ministri e vicepremier.
Il primo a rassegnare le dimissioni è stato il premio Nobel per la Pace e vicepresidente ad interim, Mohamed el Baradei che aveva tentato nei giorni scorsi la via diplomatica con la fratellanza che aveva anche dimostrato un’apertura verso i negoziati. Nel corso degli scontri al Cairo hanno perso la vita anche quattro giornalisti. Dopo lo sgombero sono scoppiate manifestazioni di proteste anche in altre città dell’Egitto. In particolare ad Alessandria è stata assaltata la storica biblioteca. Nel mirino dei manifestanti anche le chiese cristiane copte e nelle ultime ore sono ventidue quelle assaltate.