I pedofili mi fanno schifo, ma i turisti sessuali mi fanno schifo ancora di più. Gli toglierei il passaporto insieme agli attributi. Il monito evangelico “meglio che si metta una pietra al collo” è di una durezza molto condivisibile. Non ci può esser pietà per chi abusa degli innocenti e gira il mondo alla ricerca di vittime.
L’arrivo della bella stagione invita a sognare mete esotiche, città d’arte, spiagge assolate, divertimento e relax. I più previdenti hanno da tempo scelto la destinazione. Gli amanti del last minute compulsano internet alla ricerca delle offerte migliori. Compagnie di navigazione, villaggi turistici, agenzie di viaggio si contendono i clienti a colpi d’offerte e promozioni. In famiglia si discutono itinerari confrontando gusti personali e budget economici sempre più risicati. C’è una festosa e contagiosa allegria per l’esperienza turistica che rilassa il corpo ed aiuta la mente a crescere. E’ proprio da turista maturo e responsabile voglio rilanciare un appello.
L’Unicef ha, infatti, lanciato una campagna mondiale contro il turismo sessuale e per la tutela dei minori da questi abusi mortificanti.
Le indagini realizzate nei paesi dell’Est europeo, dell’Oriente, in Africa ed in America Latina contano due milioni e mezzo di persone sono sfruttate sessualmente in questi paesi, almeno un terzo sono minori.
Cifre, già sconvolgenti, indicative di un fenomeno certamente più ampio. Difficile avere dati e riscontri precisi anche perché il turismo sessuale può sfruttare complicità inquietanti con le autorità locali, le agenzie turistiche, le stesse famiglie dei bambini vittime dello sfruttamento sessuale. In molti villaggi lo sfruttamento sessuale dei bambini è l’unico reddito familiare.
Sono gli americani ad alimentare in maniera maggiore gli abusi sessuali nei riguardi dei bambini del Terzo Mondo con destinazione preferite comela Cambogiaed il Messico.
I turisti sessuali italiani preferiscono invece il Brasile e l’isola di Cuba.
L’Unicef ha censito almeno un centinaio d’agenzie e compagnie “specializzate” nello sfruttamento sessuale dei minori in occasione di viaggi individuali ma anche di meeting aziendali e convention di lavoro.
Sono inoltre migliaia i siti internet che propongono bambini e bambine agli insani e morbosi desideri di questi individui privi di scrupoli e dignità umana.
L’Unicef combatte tale sfruttamento proponendo un codice di condotta e realizzando iniziative di solidarietà internazionale. Il codice invita le aziende turistiche a: contrastare il commercio sessuale dei minori, formare e sensibilizzare il personale turistico, specificare nei contatti con gli operatori locali l’opposizione a questa forma di sfruttamento, fornire ai clienti informazioni corrette sul fenomeno, stilare rapporti statistici annuali, trasmettere informazioni alle autorità giudiziarie e di polizia competenti.
Iniziative solidali sono state realizzate in Albania con “Help to Children” per il reinserimento di centinaia di bambini nelle scuole, in Montenegro dove l’UNICEF sostiene la formazione di giudici ed assistenti sociali sui diritti dell’infanzia ed
in Angola, dove gli adolescenti sottoposti ad abusi e sfruttamento sessuale sono assistiti da “centri aperti” di accoglienza.
Ma la lotta allo sfruttamento sessuale dei minori passa attraverso una chiara presa di coscienza da parte dei turisti che devono compiere scelte consapevoli per l’acquisto dei propri viaggi respingendo le proposte sessuali, denunciando i responsabili, isolando e boicottando i tour operator che alimentano il turpe mercimonio. E’ giusto riflettere su questi fenomeni inquietanti. Ciascuno deve fare la sua parte per fermare il furto dell’innocenza.