
Era diventata un’icona del web e della televisione con il suo profumatissimo sigaro. Ci mancherà don Luigi Gallo un prete davvero inquietante, sempre capace di cogliere nel segno con i suoi gesti di testimonianza e le sue provocazioni.
Chi riconosce l’appartenenza alla famiglia umana – affermava Don Gallo sul suo profilo FB – come fa a non aprire le porte? Poi io, come cristiano, come faccio a non essere accogliente? E io ti accolgo come sei, come persona, perchè ancora prima di essere maschio, femmina, omosessuale o straniero, uno e’ persona, cioè un soggetto di autonomia. Io vedo che, quando allargo le braccia, i muri cadono. Accoglienza – aggiunge il sacerdote – vuol dire costruire dei ponti e non dei muri”.
Sono parole impegnative come quelle di solidarietà pronunciate per i teppisti arrestati durante una manifestazione, per qualche immigrato clandestino delinquente, per qualche pecorone smarrito. E’ giusto distinguere l’errore dall’errante ma non è detto che bisogna sempre difendere a priori chi sbaglia. E’ giusto dare solidarietà ai peccatori – e tutti lo siamo in diversa misura – ma anche la legalità, il rispetto dei precetti evangelici hanno un senso ed un significato. Aiutare chi sbaglia significa fargli comprendere l’errore, fargli pagare il giusto prezzo per la colpa ed il dolore profusi, offrirgli una chance di riscatto. Il perdono senza penitenza è una presa per i fondelli. E talvolta don Gallo mi è parso d’assoluzione troppo semplice e comoda.
Don Luigi Gallo comunque era un prete vero, di quelli che sanno esser scomodi perché senza ipocrisia sono capaci di far riflettere tanto i credenti quanto quelli che cercano, disprezzano, ignorano la fede. Non sempre ho condiviso le sue prese di posizione , né la sua sovraesposizione mediatica rispetto a tanti sacerdoti santi ed impegnati con grandi risultati nel sociale. Ma lo ringrazio per aver messo a nudo tante contraddizioni, per aver scoperchiato tanti sepolcri imbiancati.
Addio don Luigi che la terra ti sia lieve!!