
Sono passati ventinove anni dalla strage del rapido 904 che costò la vita a diciassette persone ma solo adesso potrebbe arrivare una svolta sui mandanti. Secondo la procura di Firenze a volere quell’attentato fu Totò Riina e ne ha chiesto il rinvio a giudizio. Un colpo di scena nelle indagini che sono state riaperte per riuscire a giungere ad una verità giudiziaria per quello che è uno dei peggiori attentati della storia italiana. Il treno che viaggiava da Milano a Napoli venne fatto saltare in aria nella galleria sull’Appennino e provocò oltre alle vittime anche il ferimento di duecento sessantasette persone.
Secondo la procura non è stato altro che un tassello del progetto stragista messo in campo da Cosa Nostra per costringere lo Stato a trattare e piegarsi al suo volere. L’ispiratore fu come in altre occasioni il capo di Cosa Nostra, Salvatore Riina che in quel periodo rappresentava il braccio armato della mafia di Corleone. Dal suo punto di vista lo Stato doveva piegarsi al volere della cosca e “ammorbidire” le sue posizioni nei processi e con i detenuti e per farlo era disposto a spargere sangue pur di far capire chi “comandava”.
Secondo la procura di Firenze nell’attentato sono stati utilizzati gli stessi tipi di esplosivi e meccanismi utilizzati nelle successive stragi degli anni 90′ dopo il maxi – processo che mise in ginocchio la mafia. L’attentato del dicembre 1984 bissò tristemente quello avvenuto dieci anni prima nello stesso punto dove avvenne l’attacco al treno Italicus. La parola adesso passa al gip del tribunale fiorentino che dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta di rinvio a giudizio.