Sono salite a sette, durante le ricerche condotte ieri, le vittime dell’impatto della nave portacontainer “Jolly Nero”, che si è schiantata contro il molo Giano nel porto di Genova provocando il crollo della torre di controllo. Il tentativo di trovare qualche superstite all’incidente è stato finora inutile e i sommozzatori e gli uomini della Guardia Costiera e dei Vigili del Fuoco, non hanno potuto fare altro che rinvenire altri tre cadaveri.
In un primo momento le vittime erano quattro poi le ricerche fatte alla luce del sole hanno permesso il ritrovamento di altri tre cadaveri tra le macerie. Continuano le ricerche per le ultime due persone che risultano disperse anche se si assottigliano le speranze di riuscire a trovarle vive. Intanto sono già stati ascoltati dalla procura di Genova il pilota della “Jolly Nero”, Antonio Anfossi e i piloti dei due rimorchiatori, Spagna e Genoa.
Proprio grazie alle loro parole è stata tracciata la prima drammatica ricostruzione. In particolare ascoltando le parole del comandante del rimorchiatore di poppa, lo Spagna, si è potuto ricostruire almeno il momento in cui è stato dato l’allarme.
È stato, infatti, proprio lui a dare l’allarme che «non c’era più acqua» specificando che la nave era a settanta metri dal molo ma purtroppo dall’altra parte il pilota Anfossi non ha potuto che esclamare che i comandi del motore non rispondevano. L’ultima manovra è stata tentata propria dai rimorchiatori che hanno tentato di invertire la rotta per limitare la velocità dell’impatto ma il tentativo è servito a poco. A quel punto il comandante della nave, Roberto Paoloni, ha urlato «Avaria, avaria», ma solo l’esame della scatola nera potrà svelare se le ancora sono state calate in tempo. Poi l’impatto con la nave che è salita per una piccola porzione anche sul molo e con la torre di controllo che cadendo ha anche lambito la fiancata della stessa.