Effetti Collaterali è uno degli ultimi film di Steven Soderbergh. Ultimi in senso cronologico ma anche in senso di carriera cinematografica, visto che il regista ha più volte confermato che molto presto lascerà il mondo del cinema per un periodo sabbatico indefinito.
Ormai prima dell’addio dovrebbe mancare all’appello solo l’uscita di Behind the Candelabra, film tv sul pianista Liberace, su cui poniamo tutte le nostre speranze per un congedo all’altezza del nome del regista premio Oscar.
Sì perché Effetti Collaterali non è un film trasversalmente riuscito. Soderbergh ha steso un filo troppo sottile e lungo tra due mondi, e camminandoci sopra hai le stesse probabilità di pendere sia da un lato che dall’altro. Dipende dai tuoi trascorsi, dai tuoi gusti, dal tuo stato d’animo al momento della visione, e la pellicola potrà sembrarti avvincente o terribilmente noiosa e scontata. Noi che invece abbiamo il nostro bel bastone da equilibristi rimaniamo nel mezzo e vi diciamo, in pillole dato l’argomento, che Effetti Collaterali non è un film di denuncia alla Erin Brokovich, anche se l’accusa si legge evidente soprattutto nella prima parte della pellicola, e mostra i suoi lati migliori nella regia, nella fotografia e nell’interpretazione di Jude Law, e quelli peggiori nel fornire una storia dalla trama inflazionata, senza l’aggiunta di quell’originalità o profondità sebbene il tema avrebbe prestato volentieri il fianco.
Arrivato nelle sale Usa a febbraio il film ad oggi ha incassato nel mondo circa 30milioni di dollari.
Effetti Collaterali è arrivato nelle nostre sale mercoledì 1° maggio.
Il trailer lo trovate qui.