The Voice Of Italy piace: il nuovo format in onda su Rai 2 quest’anno nella sua prima edizione piace al pubblico. Gli ascolti premiano e la buona musica trionfa senza interferenze. The Voice ha fatto centro ed importato anche in Italia, non delude i fan. Tuttavia come ogni programma di interesse mediatico, anche The Voice è bersaglio di numerose critiche che, stranamente, non hanno nulla a che fare con il format né con i concorrenti.
Il problema sono i giudici e a sostenerlo sono in molti. Alfonso Signorini, direttore del settimanale “Chi”, ha azzardato una critica ai 4 giudici di The Voice, Raffaella Carrà, Noemi, Riccardo Cocciante e Piero Pelù, accusandoli di troppo “buonismo” che smorzerebbe la competitività che dovrebbe evidenziarsi nel corso delle varie puntate.
E’ appena giunta al termine la fase “Battle”, riservata alle battaglie tra due concorrenti chiamati a collaborare sulla medesima canzone, quasi si trattasse di un duetto. Quasi, ma non lo è. I falsi “duetti” inscenati altro non sono che sfide nelle quali i concorrenti combattono a suon di musica. Ai coach però non sembra essere chiaro, tanto che sono loro stessi a confondersi parlando appunto di “duetti” piuttosto che di “battaglie”.
Da Twitter Signorini butta la pietra, facendosi interprete del pensiero di una parte degli ascoltatori che avevano notato l’attitudine dei giudici fin dalle prime puntate, e dice: “Il lato debole di The Voice, alla lunga è la giuria. Buonismo esagerato, ripetono sempre le stesse cose.”
L’altra critica mossa ai coach riguarda le scelte delle canzoni che, secondo il giudizio popolare, non sarebbero adatte ai concorrenti. Mentre infatti, è risaputo, durante le esibizioni ogni cantante dovrebbe poter far risaltare le sue doti, dai brani scelti dai giudici emergono le imperfezioni e i limiti dei ragazzi.
Siete d’accordo con le critiche emerse?