A scuola di sesso, ma senza esagerare. Un malcapitato prof si è visto sospendere per un mese dopo aver impartito una lezione d’educazione sessuale troppo hard ai suoi allievi. La descrizione scientifica del congiungimento carnale sarebbe stata accompagnata da gesti ed ululati di piacere fin troppo espliciti.
Nella mia carriera scolastica ne ho visti di professori. C’era quello rattuso che sbirciava tra le scollature di qualche allieva prosperosa. C’era quello effeminato che contendeva il rimmel alle ragazze. C’era quello bacchettone che guai a venire in classe con una gonna appena sopra il ginocchio. Insomma il sesso e la cattedra raramente sono andati d’accordo.
Ma sinceramente non credo spetti ad un insegnante – maschio o femmina che sia – spiegare la sessualità ai propri alunni. Nell’ora di scienze si disserti pure sulla riproduzione dei piselli ( absit iniuria verbis) o sull’impollinazione ma si lascino da parte vagine umane e spermatozoi maschili.
D’altro canto, cari prof, i vostri alunni ne sanno molto più di voi ed in cattedra potrebbero autorevolmente darvi eccellenti ragguagli su coitus interruptus, eiaculatio precox, invidia peni et custodes verginitatis.
Cervello di gallina mi definiva la compianta Gambardella mia stimata insegnante di latino e greco quando balbettavo su qualche perifrastica, ma come avrebbe potuto insegnarmi – zitella com’era – le nobili arti erotiche?
Ho fatto tutto da solo, autodidatta nell’era pre internet. Avevo le mie fonti per capire come fossero fatti un maschio ed una femmina e come funzionassero i rispettivi attributi. E per dimostrare a tutti che sapevo di cosa parlavo andavo in giro ad imbrattare la scuola – con gesso facilmente cancellabile – con enormi falli pompeiani. Giunto all’età adulta non ho mai sfigurato al cospetto dell’altro sesso facendo sempre la mia bella figura amatoria e riproduttiva.
Insomma scuola maestra di vita, ma non di vita sessuale che a quella ci pensano già da soli i nostri figli ai quali – magari – qualche consiglio potremmo darlo noi genitori.