Hanno fatto una stronzata, ma come li invidio. Due ragazzini tunisini sono stati salvati dalla Guardia Costiera italiana a sedici miglia dall’isola di Lampedusa. Avevano messo in mare una barchetta di quattro metri sospinta da un motore di quindici cavalli. Partiti da Kerkina, in Tunisia, volevano raggiungere l’Italia che sognavano come il paese dei Bengodi. Hanno rischiato grosso e sono vivi per miracolo.
Non sono un esempio da seguire ché con quella barchetta al massimo avrebbero potuto navigare da Napoli a Capri. Eppure li invidio di tutto cuore per la loro incoscienza, la loro capacità di sognare, la loro voglia di mutare il corso del proprio destino. Mi piacerebbe aver quell’età e quell’incoscienza. Ed anche il coraggio di sfidare il mare della comodità, del compromesso, della rassegnazione senza orizzonte.
Mio padre, figlio di contadini, a quindici anni s’imbarcò su di un transatlantico per andar a cercare fortuna in Venezuela. Ho pensato a lui leggendo la notizia di due incoscienti ragazzini ed a mio padre ed ai due fortunati naufraghi voglio dedicare una riflessione di Mark Twain: “Tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prendete con le vostre vele i venti. Esplorate. Sognate. Scoprite”.