Il muro di Berlino è in pericolo. La parte residua della ferita di cemento armato che ha diviso la capitale tedesca dal 1961 al 1989 sta per esser spazzata via dalla speculazione edilizia.
Il muro non si tocca! E’ un pezzo della tragica storia europea, un reperto archeologico ed al tempo stesso un monito potente affinché quel che è accaduto non abbia più a ripetersi.
Berlino è una città affascinante ed inquietante al tempo stesso. Dopo la riunificazione ha dovuto fare i conti urbanistici con il suo passato ? Cosa fare della Cancelleria? E del vecchio edificio che ospitavala Stasi? Ogni pietra evocava un incubo di morte e terrore. La risposta, in una città che ha dovuto riconnettere le linee del metrò e del gas completamente asimmetriche, è stata quasi sempre quella di radere al suolo o di innestare segni urbanistici potentissimi come la cupola di vetro di Norman Foster che circonda il Parlamento.
Il muro venne devastato nei giorni della storica riunificazione. I pezzi furono venduti per strada e per anni sono circolate sulla bancarelle nei pressi del Check Point Charlie subdole imitazioni con tanto di timbro farlocco. Un solo pezzo nella zona Est venne preservato come memoriale e gli artisti di tutto il mondo vi hanno dipinto indignazione, speranza, paura, violenza, solidarietà. Adesso però la fame di case e servizi mette in pericolo il futuro di questa galleria d’arte moderna en plein air unica al mondo.
Chi l’avrebbe mai detto che avremmo tifato per il Muro di Berlino. Eppure è giusto lasciarlo così com’è. Meglio un quartiere residenziale in meno, ma un ammonimento in più. Le tragedie del Novecento rischiano di sbiadire nell’oblio di un’opulenta memoria e senza la memoria vera delle nostre radici che ne sarà delle generazioni del Terzo Millennio?