Non spegnerà le sessanta candeline. Ma cosa importa? Un augurio di buon compleanno a Massimo Troisi lo rivolgiamo con tutto il cuore. Sono diversi anni che ci guarda dal Cielo ma il tempo ha reso ancora più grande ed inimitabile l’arte sua. Io lo sento vivo e presente attraverso i ricordi di coloro che ne hanno condiviso un pezzo d’esistenza e le registrazioni dell’epoca.
Troisi è quello del “minollo” e delle “metafore”; quello che impreca per il pareggio del Cesena e si definisce turista perchè infastidito dallo stigma d’emigrante. E quello che attraversa il mondo con tragica ironia sulla bicicletta de “Il Postino” o in compagnia di Lello Arena.
“Non ci resta che piangere…” Credo che Massimo avrebbe titolato così il tempo contemporaneo: il deserto di relazioni umane sincere quando la tecnologia ci consente di esser costantemente collegati l’uno all’altro. E soprattutto l’incapacità di sorridere di se stessi. Il sorriso è una cosa seria ed il successo travolgente di un comico diventato capopopolo dimostra quanto una risata possa esser rivoluzionaria.
Quanto ci sarebbe piaciuto averlo davvero tra noi Massimo. La sua saggezza ci avrebbe aiutato a guardare avanti ed a scegliere tra “un giorno da leone e cento da pecora” perché – come diceva Tommaso Moro – son “beati coloro che sanno ridere di se stessi, avranno sempre qualcosa argomento per divertirsi”.