Abbiamo girato delle scene in condizioni ambientali molto sfavorevoli, il termometro ha segnato anche i 30 gradi sotto zero. Appena sentite queste dichiarazioni di Gabriele Salvatores, regista de Educazione Siberiana, mi è subito venuta in mente la mia macchina stamattina, che avendo subito gli zero gradi di questa notte, o forse giusto qualche cosina in meno, stamattina non voleva partire.
Prima operazione liberare i vetri dal ghiaccio, seconda operazione mettere in moto con i cavi, terza operazione attendere che il motore si sia riscaldato per benino prima di partire e così via. Dunque mi sono chiesto, non è che bisognerebbe fare le macchine degli stessi materiali delle telecamere? Forse no, perchè come raccontato in questo dietro le quinte dallo stesso regista, per evitare che le telecamere e le altre attrezzature si danneggiassero bisognava coprirle con una coperta termica mentre, continuamente, persone con il phon riscaldavano le parti adibite al movimento e allo scorrimento. L’unica perplessità che mi rimane riguarda però la grandezza del phon. Con quello che usano loro, io per asciugarmi i capelli nello spogliatoio della piscina ci posso mettere pure 10 minuti, e non è che ho sta criniera immensa.
Educazione Siberiana, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Nicolai Lilin, racconta la storia di un ragazzo e della sua educazione criminale, ma onesta dal punto di vista di chi la insegna.
Educazione Siberiana arriva nelle nostre sale il 28 febbraio.
La clip di cui vi parlavo prima, dal titolo Il grande freddo, la trovate qui.
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