Niente più sigarette allo stadio. Ancora una volta l’Italia cerca di far progredire la civiltà con una provvedimento restrittivo. Sugli spalti come nei bar e nei cinema: senza fumare. La discussione è cominciata ma ci vorrà del tempo prima che diventi norma.
Sono molto favorevole al proibizionismo fumoso. Non amo le sigarette ma un buon sigaro mi piace fumarmelo e tra i miei ricordi più cari c’è un maestoso cubano fumato nell’intervallo di Milan-Barcellona a San Siro. Sarei dunque anche io in qualche maniera penalizzato dalla norma.
I fumatori ed i tifosi più incalliti sono pronti ad insorgere. Come reggere alla tensione della partita, specialmente se le cose vanno storte per la squadra del cuore, senza un massiccio ricorso alla nicotina? Non m’interessa! Sono problemi dei fumatori che non possono affliggere gli altri con il loro insopportabile fetore di nicotina. E non mi si venga a dire che lo stadio è un luogo aperto.Vi posso assicurare che se si è vicini di posto di un fumatore si trascorre l’intera gara immersi in una mortifera cortina di fumo passivo. Se non possono far a meno delle sigarette, restino a casa. Nessuno ne rimpiangerà l’assenza.
Negli Stati Uniti l’embargo è già legge da tempo. Seguiamo per una volta l’esempio virtuoso che ci giunge dall’estero liberando gli stadi dalle sigarette. Non facciamoci convincere dalle lobby del tabacco che paventano la chiusura di ristoranti, bar e cinema no smoking. La partita senza fumo è molto più divertente ed al massimo si potrà creare una zona fumatori dove anch’io potrò dar due tiri al mio cubano preferito senza ammorbare il prossimo.
Parliamone.