E’ tornato Halloween. Le vetrine dei negozi e le locandine dei locali notturni sono tutto un pullulare di zucche intagliate, teschi sorridenti, mostri più o meno spaventosi. Il giro di affari è stimato nell’ordine delle decine di milioni di euro.
La leggenda americana racconta che nella notte precedente la festa dei Santi, gli spiriti dei defunti escano dalle tombe e si divertano a girare per la città dispensando “scherzetti” o “dolcetti”.
I telefilm americani ci hanno abituati a vedere torme di bambini mascherati che bussando ai campanelli tendono fiduciosi il proprio sacchetto intimando, appunto, “scherzetto o dolcetto???”.
La tradizione americana di Halloween è secolare ma non trova riscontro analogo in nessun altro paese del mondo salvo che per il maldestro tentativo d’importazione in Italia.
Halloween è diventato, in Italia, l’ennesimo episodio di colonizzazione culturale e commerciale statunitense come i Mc Donald, la Coca Cola, la Nike, i telefilm ed i format televisivi. La portata di questa colonizzazione è stata assolutamente devastante per gli stili di vita, le abitudini di consumo, il linguaggio ed i comportamenti. Dopo il cibo, il vestito, il tempo libero le multinazionali del profitto vogliono adesso imporci anche le feste comandate.
Per molti aspetti gli spiriti di Halloween sono in aperto contrasto anche con la pietas cristiana; le anime, non gli spiriti, dei nostri cari defunti partecipano alla comunione dei Santi e non vanno di certo in giro a dispensare dolcetti o scherzetti.
Halloween? No, grazie! Con tutto il rispetto per gli statunitensi che lo festeggiano credo che anche a livello istituzionale vadano assunte serie iniziative per contrastare questa colonizzazione magari cominciando ad impedire che le scuole pubbliche organizzino feste halloweeniane o che i simboli macabri possano esser esposti in vetrine e luoghi pubblici a fini commerciali. Gli scherzetti ed i dolcetti lasciamoli agli americani. Le occasioni per far festa in Italia non mancano di certo.