Amo il mare ma non la calura, amo lo sciabordare delle onde ma non la sabbia, amo andare sulla spiaggia ma non la calca dei bagnanti. Frequento l’arenile mentre il giorno cede il passo alla notte. Ed il mese di settembre è uno dei miei preferiti per le abluzioni marittime. Abito a pochi minuti dal mare. Se non torno troppo tardi dal lavoro, infilo il costume, afferro un asciugamano ed un buon sigaro e me ne vado sulla spiaggia.
E’ stupendo giungere sulla riva all’imbrunire e tuffarsi mentre fa quasi buio. Il mare è tutto per me; e per qualche altro raro estimatore. Mi piace cantare mentre nuoticchio. La mia specialità è Recondita armonia l’aria più celebre del primo atto di Tosca. La canto sotto voce per non turbare la serenità del momento e pregustare tutto da solo questa fantastica intimità con il mare.
Quando torno a riva è buio. L’unica luce che s’intravede è la brace del mio sigaro che mi fumo beatamente dando libero corso ai pensieri mentre il mare sciaborda sommesso. Ogni tanto passa qualcuno. L’amico marocchino che gestisce il noleggio di sdraio ed ombrelloni ed è intento a preparare la spiaggia per i bagnanti del giorno dopo, una coppia di fidanzati in cerca d’intimità sulla scogliera, qualche pescatore che si apposta con canne hi-tech ma non prende mai un pesce. Varia umanità da spiaggia serale e notturna che cerca un attimo di relax dal caos metropolitano che impazza a poche decine di metri. Nulla mi turba in questi attimi preziosi, tranne una cosa. C’è una bella ragazza, fasciata da un body mozzafiato, che corre sul bagnasciuga per mantenere il suo corpo perfetto. E’ impossibile non dedicarle un occhiata ed accorgersi che, orrore, indossa le cuffie che pompano musica a tutto volume. La guardo allontanarsi e mi domando: perché rovinarsi l’udito con un simile strazio quando è così meraviglioso ascoltare la voce del mare?